E se Roma fosse commissariata?

L'inchiesta Terra di Mezzo, condotta dalla procura di Roma, ha fatto emergere l'inquietante scenario di un'associazione criminale autoctona, in grado di condizionare la vita amministrativa della Capitale.
Una situazione molto grave, che ha visto indagati eccellenti, e il sindaco Marino che ha chiesto al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione un pool di esperti che valuti gli appalti dubbi del Comune.
Se Marino è determinato ad andare avanti, le opposizioni chiedono il commissariamento del comune: il centrodestra, però, vuole il voto subito, i Cinque Stelle hanno chiesto al prefetto Pecoraro lo scioglimento del consiglio per infiltrazioni mafiose.
Che differenza c'è tra i due tipi di commissariamento? Per rispondere all'interrogativo, conviene dare uno sguardo al Tuel, il Testo Unico degli Enti Locali, in cui, agli articoli 141 e 143 sono predisposte le fattispecie di commissariamento.

LA PROPOSTA DEL CENTRODESTRA: COMMISSARIO STRAORDINARIO E AL VOTO SUBITO
La sospensione e lo scioglimento del consiglio rappresentano il caso più comune e, sicuramente, meno grave di commissariamento dell'ente.
In questa circostanza un ruolo centrale è rivestito dal consiglio stesso e dall'attività amministrativa da esso svolto. 

Il comma 1 dell'articolo 141 del Tuel, a proposito, sottolinea che lo scioglimento è dovuto a tre ipotesi fondamentali:
A) Quando il consiglio comunale e provinciale compie atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico.
B) Quando il consiglio non può garantire il regolare funzionamento dell'ente e dei servizi. Le cause principali sono legate, in questo senso, o alla figura di vertice o al consiglio stesso. 
Nel primo caso si parla di impedimento permanente, rimozione, decadenza, decesso o dimissioni del sindaco/presidente della provincia. Nel secondo, invece, possono causare un commissariamento le dimissioni della metà più uno dei consiglieri e le riduzioni dell'organo assembleare per impossibilità di surroga alla metà dei componenti nel consiglio.
C) Quando il consiglio non approva nei termini il bilancio o i comuni che hanno una popolazione superiore a 1000 abitanti sono sprovvisti dei relativi strumenti urbanistici generali e questi non vengono adottati entro 18 mesi dalla data di elezione degli organi.

In tutti questi casi, ad eccezione del contesto di impedimento, rimozione, decadenza e decesso del sindaco/presidente della provincia, dove il consiglio comunale mantiene un maggiore potere discrezionale, il comune viene affidato ad un commissario prefettizio o a un commissario straordinario e gli enti verranno rinnovati nella tornata immediatamente successiva alla fine anticipata della legislatura.

Questa è la soluzione sostenuta dall'opposizione di centrodestra, che vorrebbe andare al voto subito. Detto in parole più semplici, Alemanno e alleati vorrebbero la sospensione del consiglio (molto probabilmente sfruttando le dimissioni della maggioranza più uno dei consiglieri), che comporterebbe la caduta dell'amministrazione Marino e il voto già nella primavera del 2015.
Non a caso, l'altro ieri, a Porta a Porta, Alemanno ha parlato di "auto-scioglimento del consiglio come atto politico", mentre l'ex premier Silvio Berlusconi ha invitato a ritornare alle urne il prima possibile.

LA PROPOSTA DEL M5S: COMMISSARIARE ROMA PER MAFIA PER FARE PULIZIA
Diversa, invece, è la proposta del Movimento Cinque Stelle, che ha chiesto lo scioglimento dell'ente per mafia al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro.
Questo tipo di commissariamento, invece, è ben più lungo e sicuramente più grave, dato che viene adottato per quelle realtà in cui c'è una capillare ramificazione della criminalità organizzata.

Per capire ciò, basta leggere cosa afferma, in merito, l'articolo 143 del Tuel. Lo scioglimento per mafia è previsto nei casi in cui, previ accertamenti, emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori o su forme di condizionamento che pregiudicano il buon andamento e l'imparzialità delle amministrazioni.

Per arrivare al decreto di scioglimento, però, il passaggio è molto lungo e ci vogliono mesi. 
Innanzitutto è prevista l'istituzione da parte del prefetto di una commissione d'accesso agli atti, formata da funzionari, che analizzano l'esistenza di condizionamenti nell'amministrazione. Essi, dunque, inviano entro quarantacinque giorni dalla fine dell'ispezione la relazione al prefetto, che, agendo d'intesa con il comitato per l'ordine e la sicurezza e il procuratore della Repubblica competente, invia una lettera al Ministero dell'Interno, in cui espone l'eventuale sussistenza di condizionamenti criminali.
La palla, dunque, passa al Viminale, che porta il caso in Consiglio dei Ministri che deve deliberare entro tre mesi dal ricevimento della proposta. Se c'è il voto favorevole, gli atti vengono trasmessi alle Camere tempestivamente e il presidente della Repubblica firma il decreto di scioglimento del comune.
L'ente viene guidato, dunque, da tre commissari nominati dal Ministero, i quali restano in carica da un anno a diciotto mesi, con la possibilità di una proroga di altri sei mesi. Terminato questo periodo, il comune torna alle urne nelle prime elezioni amministrative utili.

Un procedimento molto lungo, che i vertici non sembrano tanto disposti ad attuare. Pecoraro ha, infatti, affermato di dover guardare con attenzione le carte, il Ministro dell'Interno Alfano ha parlato di una "città sana", in cui deve pagare chi ha rubato "senza criminalizzare una intera comunità".

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