Al via la campagna elettorale di Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle nella Capitale. I due partiti, infatti, hanno rotto gli indugi e a breve faranno il nome del proprio candidato a sindaco.
M5S: "Comunarie" nel fine settimana
In casa pentastellata, si dovrà aspettare il fine settimana per conoscere il nome dell'aspirante nuovo inquilino del Campidoglio: questa è la decisione del meet up capitolino, alle prese, oggi, con la consultazione per la realizzazione del programma, che verterà su undici punti.
Undici aree d'intervento individuate sulla base del lavoro svolto dai consiglieri comunali nella legislatura 2013-2015 e che spaziano dal diritto alla casa sino al decoro, passando per l'ambiente, la sicurezza, il turismo, la mobilità, la cultura, gli asili nido e le scuole, la gestione dei rifiuti e la trasparenza.
"Undici aree - ha spiegato Beppe Grillo - di intervento fondamentali per il benessere e la crescita della Capitale". Tuttavia, il primo giorno di votazione non ha riscosso grande successo: su 9 mila iscritti, hanno votato in 2.724. I punti "più cliccati", al momento sono la mobilità e la manutenzione delle strade (23%), l'emergenza rifiuti (16%) e la trasparenza (8%).
Pd, in sei per le primarie
Saranno, invece, in sei a contendersi la nomination nel centro-sinistra: tre candidati sono del Partito Democratico - Roberto Giachetti, Roberto Morassut e Stefano Pedica - uno, Domenico Rossi, per il Centro Democratico, uno per i Verdi - Gianfranco Mascia - e Chiara Ferraro, una giovane ragazza indipendente, che soffre d'autismo. "L'abbiamo ammessa anche se non ci sono tutte le firme, per dare valore ai temi che rappresenta" ha spiegato il segretario regionale democratico Fabio Melilli.
Non sarà invece della partita, Stefano Fassina, candidato a sindaco di Sinistra Italiana, che, l'altro giorno, dall'assemblea dei lavoratori della metro C aveva accusato il Pd capitolino di "non avere autonomia" e di non avere credibilità.
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