Amministrative, ecco dove il M5S non presenterà i propri candidati a sindaco

Nessun candidato del Movimento Cinque Stelle a Latina, Caserta, Ravenna, Rimini e Salerno. L'annuncio è stato dato dal blog di Beppe Grillo, che ha giustificato la scelta con le lotte intestine nei locali meetup. Un tentativo, quello del duo Grillo-Casaleggio, di prevenire gli scontri ed evitare al movimento nuove brutte figuracce, dopo quelle andate in scena a Quarto, Gela e Comacchio, dove i tre sindaci eletti nelle fila pentastellate - Rosa Capuozzo, Domenico Messinese e Marco Fabbri - sono stati espulsi dal partito durante il mandato.

Latina e Ravenna: troppe lotte intestine

A Latina e a Ravenna - roccaforte del centrodestra l'una, fortino rosso l'altra - sono state le divergenze tra i diversi gruppi a determinare la mancata certificazione da parte del direttorio, di Grillo e di Casaleggio. 

Nel capoluogo pontino, infatti, lo storico meetup - 256, I Grilli e le Cicale - è finito sotto accusa da parte di altri due gruppi di attivisti pentastellati. Uno, il Latina in Movimento, che non aveva riconosciuto il risultato delle primarie organizzate dal meetup 256 e vinte da Bernardo Bassoli, proponendo come proprio portavoce Francesco Ricci. L'altro, il Dei diritti umani e geopolitica, che, tramite, Marinella Pacifico accusava il meet-up storico di non essere inclusivo, organizzando azioni sistematiche di boicottaggio nei confronti delle iniziative dei pentastellati non appartenenti al gruppo.

A Ravenna, invece, dalle parole si è passate ai fatti. Un gruppo dissidente, infatti, ha creato una lista civica alternativa polemizzando con la scelta di candidare a sindaco Michela Guerra. Ne è conseguita una accesissima assemblea nella quale, per sedare gli animi, sono dovute addirittura intervenire le forze dell'ordine.

Ragioni non dissimili hanno riguardato anche la mancata presentazione di una lista al comune di Caserta, commissariato dopo le dimissioni di 18 consiglieri comunali.

Tutti i candidati sindaco del Movimento Cinque Stelle già ufficializzati

A Rimini il portavoce designato disarcionato dalla ex moglie di Grillo

Diverso, invece, il caso di Rimini, una delle città dove già alle scorse amministrative il Movimento Cinque Stelle aveva avuto un vero e proprio boom. Nel principale centro della Riviera romagnola, a disarcionare il candidato designato dal meetup locale, l'avvocato Davide Grassi, è stata Sonia Toni, ex moglie di Beppe Grillo, che ha promosso, invece, la corsa di Fabio Lisi.

La donna, che in autunno era stata considerata la candidata portavoce del movimento, aveva messo in discussione la candidatura dell'avvocato penalista, figlio dell'ex assessore alla Cultura del comune di Rimini in quota Pds, Ennio Grassi. "Il gruppo 'proprietario' presenta ufficialmente il proprio candidato come M5S, fregandosene dell'assenza della certificazione che li autorizzerebbe a farlo", ha tuonato in una nota Toni aggiungendo che "se volessero rispettare le regole dovrebbero presentare Davide Grassi senza usare il nome e il simbolo del M5S".

Ulteriore grana, poi, per i grillini riminesi, è stata l'uscita dal movimento del candidato sindaco del 2011, Luigi Camporesi, che correrà, in questa tornata, con alcune liste civiche. "Hanno deciso, dall'alto senza confrontarsi. E quello di Rimini era il gruppo più forte, con più eletti" ha commentato rammaricato il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, alle prese con una spaccatura interna al movimento anche nella città ducale.

Salerno: Candidato sfiduciato perché troppo "antideluchiano"

C'è, infine, il caso di Salerno, città nella quale il Movimento Cinque Stelle ha dato, spesso, battaglia a Vincenzo De Luca, prima della sua elezione a presidente della regione Campania. Il 7 febbraio, il meetup cittadino aveva designato come candidato portavoce Oreste Agosto. 

Agosto, però, è stato sfiduciato dallo stesso gruppo: ufficialmente, infatti, l'avvocato avrebbe violato il non-statuto, in quanto avrebbe fatto alcune pressioni per ottenere un'investitura diretta, screditando il suo avversario, in una telefonata fatta ad un votante. In realtà, secondo i suoi sostenitori, la ragione è che si tratta di un nome "di rottura", in quanto fortemente "antideluchiano".

Una tegola, quella della candidatura dell'avvocato che fece decadere De Luca da primo cittadino, che si somma ad un'altra grana, verificatasi in autunno. Come spiega il Fatto Quotidiano in un suo articolo, infatti, Agosto aveva sostituito Dante Santoro - già in corsa con De Luca nel 2011 - il quale era stato eletto candidato portavoce a novembre, ma poi disarcionato per effetto delle nuove regole imposte dopo l'affaire Quarto, che stabilivano il veto di candidatura a quei membri del Movimento che già avevano corso in liste avversarie.

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