Elezioni comunali a Roma: la distribuzione dei seggi

Solo dopo il ballottaggio è stato possibile attribuire i seggi, visto che nessuno dei candidati e nessuna delle liste o coalizioni ha ottenuto la maggioranza assoluta al primo turno.
Abbiamo, dunque, simulato la nuova Assemblea capitolina sia in caso di vittoria al secondo turno di Virginia Raggi sia in quello in cui a prevalere fosse stato Roberto Giachetti

Ipotesi 1: Vittoria di Virginia Raggi

Partiamo dal caso in cui sia Virginia Raggi a diventare sindaco, così come effettivamente è stato. La legge stabilisce, innanzitutto, che quando nessuna delle coalizioni ottenga la maggioranza assoluta dei voti al primo turno, sia attribuita a quella del candidato sindaco vincitore il 60% degli scranni disponibili.

In questo caso, dunque, al Movimento Cinque Stelle - unica lista collegata a Raggi - andrebbero 29 seggi di diritto. I restanti 19 scranni, invece, vengono ripartiti tra tutti quei candidati le cui liste o coalizioni hanno superato il 3% dei voti validi. Al riparto, dunque, sono ammessi Roberto Giachetti (25,39%), Giorgia Meloni (19,62%), Alfio Marchini (11,29%) e Stefano Fassina (4,43%).

Sulla base dei voti validi ottenuti dalle coalizioni si applica, dunque, il metodo d'Hondt: esso implica che i voti validi di ogni singola coalizione sia diviso per il numero dei seggi disponibili. A questo punto, si farà una graduatoria, che andrà a indicare i 19 divisori disponibili. La figura che segue mostra questo calcolo:

Dalla figura si deduce, dunque, che alla coalizione di Roberto Giachetti vadano 8 dei 19 seggi, 6 scattino a favore di Giorgia Meloni, 4 per Alfio Marchini e uno solo per Stefano Fassina.

Il primo seggio spetta di diritto al candidato sindaco: oltre ai 29 esponenti del Movimento Cinque Stelle più votati, dunque, si aggiungono Giachetti, Meloni, Marchini e Fassina. A questo punto, la coalizione Sinistra per Roma non potrà eleggere più consiglieri oltre il proprio candidato a primo cittadino, mentre le altre liste potranno sbloccare scranni tra gli aspiranti consiglieri comunali. 

Nel centrosinistra i seggi attribuibili saranno 7, nell'alleanza Fdi-Lega Nord 5 e 3 in quella di centrodestra.
Dunque, determinato il numero di scranni, si ripete lo stesso meccanismo già adottato per le singole liste che appartengono alle coalizioni. Nella prossima figura abbiamo fatto il calcolo per voi:
Con Virginia Raggi sindaco, quindi, abbiamo l'Assemblea Capitolina così costituita

Ipotesi 2: Vittoria di Roberto Giachetti

Passiamo al caso in cui a vincere fosse stato Roberto Giachetti. Alla coalizione di centrosinistra sarebbero andati 29 seggi, così ripartiti tra le liste:
I 19 seggi d'opposizione sarebbero stati, invece, distribuiti tra quei candidati che hanno superato la soglia di sbarramento del 3%: Virginia Raggi (35,32%), Giorgia Meloni (19,62%), Alfio Marchini (11,29%) e Stefano Fassina (4,43%).

La figura di cui sotto riassume come sarebbe stata la distribuzione degli scranni:
Dalla figura si deduce che Virginia Raggi avrebbe sbloccato 10 seggi, contro i 5 di Giorgia Meloni, i 3 di Alfio Marchini e l'unico scranno per Stefano Fassina. 

Dato che il primo seggio va di diritto al candidato sindaco non eletto, alle coalizioni sarebbero andati i seguenti scranni: 9 al Movimento Cinque Stelle, 4 all'alleanza Fdi-An, 2 al centrodestra e 0 a Sinistra per Roma.
Con Roberto Giachetti, dunque, questa la nuova Assemblea Capitolina:

Seggi, al centrodestra è convenuta la vittoria di Raggi

Sulla base delle due elaborazioni, quale delle due Assemblee capitoline conviene che emerga per i candidati sindaci ammessi al riparto ma esclusi al secondo turno.

Cominciamo da Stefano Fassina. Per il candidato di Sinistra per Roma è indifferente chiunque vinca: in entrambi i casi, infatti, la lista riuscirebbe a strappare un solo seggio. Al contrario, i partiti di centrodestra hanno un vantaggio in uno dei due casi. Ovvero, quello in cui a diventare primo cittadino sia Virginia Raggi.

Nel caso di vittoria del Movimento Cinque Stelle, infatti, sia Giorgia Meloni sia Alfio Marchini potrebbero sbloccare un seggio in più rispetto all'ipotesi in cui diventi primo cittadino della Capitale Roberto Giachetti. 

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