Non solo sindaco ed Assemblea Capitolina. Anche in
caso di elezioni anticipate, lo Statuto di Roma Capitale prevede che vengano
eletti nuovamente gli organi territoriali di decentramento, ovvero i Municipi.
Così, i romani hanno dovuto scegliere nuovamente
anche i propri rappresentanti in quattordici dei quindici Municipi della
Capitale. Come noto, infatti, il Municipio Roma X (Ostia), non ha potuto
rinnovare i propri organi a causa dello scioglimento per infiltrazioni della criminalità organizzata disposto nell’agosto 2015 dal governo Renzi.
Il confronto con il 2013
Le elezioni del 2013 segnarono un risultato storico nei Municipi: per la prima volta nella storia, una lista o coalizione era riuscita nell'impresa di aggiudicarsi tutti e quindici gli enti in palio. In tredici municipi, il presidente proveniva dal Partito Democratico, mentre nei restanti due, il minisindaco era di Sinistra Ecologia Libertà.
Nel 2016, però, la sfida è stata tutt'altro che scontata per tutte le formazioni in campo, perché polemiche e divisioni l'hanno fatta da padrone, con una rottura delle tradizionali coalizioni tanto a centrodestra quanto a centrosinistra.
Soprattutto tra i progressisti, le candidature nei Municipi sono state delle vere rese dei conti interne, con presidenti non riconfermati e la rottura della coalizione tra Pd e Sinistra Italiana. Fatto, quest'ultimo, che ha portato anche esponenti di una stessa giunta a correre l'uno contro l'altro il 5 giugno. Questo, ad esempio, è stato quanto avvenuto nel Municipio Roma III (Monte Sacro), dove i vendoliani hanno puntato sulla vicepresidente Gianna Le Donne, in concorrenza al riconfermato dem Paolo Marchionne.
Soprattutto tra i progressisti, le candidature nei Municipi sono state delle vere rese dei conti interne, con presidenti non riconfermati e la rottura della coalizione tra Pd e Sinistra Italiana. Fatto, quest'ultimo, che ha portato anche esponenti di una stessa giunta a correre l'uno contro l'altro il 5 giugno. Questo, ad esempio, è stato quanto avvenuto nel Municipio Roma III (Monte Sacro), dove i vendoliani hanno puntato sulla vicepresidente Gianna Le Donne, in concorrenza al riconfermato dem Paolo Marchionne.
Nel Municipio Roma VIII (Appia Antica), poi, l'uscente di Sinistra Italiana, Andrea Catarci ha deciso di correre per la quarta volta pur senza l'appoggio del Pd, che gli ha preferito Anna Rita Marocchi. Sempre tra i dem, altri due nodi scomodi si sono registrati nel Municipio Roma V (Prenestino Centocelle) e nel Roma VI (Roma delle Torri). Nel primo, l'ex minisindaco di Centocelle, Roberto Mastrantonio, ha dato vita ad una candidatura alternativa tanto ai democratici quanto a Sinistra Italiana. Nel secondo, il presidente uscente Marco Scipioni non ricandidato dal Pd, ha dato vita ad una lista civica in opposizione al consigliere capitolino uscente Dario Nanni.
Caso analogo, ma nel centrodestra, ha riguardato il Municipio Roma XIII (Aurelia): qui, l'ex presidente Daniele Giannini, si è riproposto in opposizione ai candidati vicini alle coalizioni di Marchini e Meloni.
Centrosinistra bene al primo turno, ma al ballottaggio è tsunami a Cinque Stelle
Nonostante il trend negativo nel voto al sindaco e alla lista, nei Municipi il centrosinistra si è difeso abbastanza bene.
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| Figura 2: Primo turno nei Municipi |
Come mostrato dalla figura 2, gli aspiranti minisindaci democratici sono risultati primi in nove dei quattordici municipi. In alcuni casi, come quelli di Centro Storico (I) e Parioli (II) in maniera molto netta, in altri, come a Monte Sacro (III), San Giovanni-Cinecittà (VII), Arvalia Portuense (XI), Aurelia (XIII) e Monte Mario (XIV) con distacchi molto più contenuti.
Nella Tabella 1, qui sotto riportata abbiamo indicato in maniera più dettagliata i distacchi tra il primo ed il secondo candidato più votato al primo turno.
Nella Tabella 1, qui sotto riportata abbiamo indicato in maniera più dettagliata i distacchi tra il primo ed il secondo candidato più votato al primo turno.
| MUNICIPIO | SFIDA BALLOTTAGGIO |
DIFF. |
I
(CENTRO STORICO-PRATI)
|
CS - M5S | CS +18,5 |
II
(PARIOLI-NOMENTANO)
|
CS - M5S | CS +15,7 |
III
(MONTE SACRO)
|
CS - M5S | CS +2,6 |
IV
(TIBURTINA)
|
M5S - CS | M5S +6,0 |
V
(PRENESTINO-CENTOCELLE)
|
M5S - CS | M5S +4,8 |
VI
(ROMA DELLE TORRI)
|
M5S - DX | M5S +11,8 |
VII
(SAN GIOVANNI-CINECITTÀ)
|
CS - M5S | CS +0,8 |
VIII
(APPIA ANTICA)
|
M5S - CS | M5S +0,4 |
IX
(EUR)
|
M5S - CS | M5S +3,5 |
XI
(ARVALIA PORTUENSE)
|
CS - M5S | CS +1,2 |
XII
(MONTE VERDE)
|
CS - M5S | CS +5,3 |
XIII
(AURELIA)
|
CS - M5S | CS +0,9 |
XIV
(MONTE MARIO)
|
CS - M5S | CS +0,8 |
XV
(CASSIA FLAMINIA)
|
CS - M5S | CS +5,3 |
Male il centrodestra. A causa delle accentuate divisioni all'interno della coalizione, i moderati sono stati esclusi dal ballottaggio anche nei Municipi occidentali della Città (Aurelia, Monte Mario, Cassia-Flaminia e Parioli), che rappresentavano in genere la loro roccaforte. Unica consolazione è quella che viene dal Municipio Roma VI (Roma delle Torri): qui, il candidato legato a Giorgia Meloni - Nicola Franco - va al secondo turno con il pentastellato Roberto Romanella.
Il Movimento Cinque Stelle, invece, guadagna l'accesso al ballottaggio in tutti i Municipi della Capitale, attestandosi davanti a tutti già al primo turno in cinque enti. Il vero successo dei grillini - almeno a livello territoriale - è arrivato, dunque, con il ballottaggio.
| Figura 3: Risultati del ballottaggio nei Municipi di Roma Capitale |
I grillini, infatti, conquistano dodici dei quattordici enti, ribaltando il risultato del primo turno in sette di essi. In pratica, al centrosinistra restano solo i due Municipi più centrali: il I, che comprende Centro storico e Prati; il II, che si estende sui quartieri Flaminio, Parioli, Pinciano, Nomentano, Trieste e Salario.
Cambia la geografia elettorale di Roma
Anche nei Municipi, la geografia elettorale della Capitale si presenta molto cambiata, dopo le elezioni comunali del 2016. Scompare il centrodestra, che è stato cannibalizzato dal Partito Democratico anche nelle sue principali roccaforti.
Il Pd, a sua volta, subisce le perdite più ingenti a favore del Movimento Cinque Stelle nella periferia orientale, che, rappresentava la storica roccaforte delle sinistre.
| Coalizione | % Comune | % Municipi |
| PD e ALLEATI |
25,34
|
28,62
|
| FI e ALLEATI |
10,95
|
12,59
|
| FdI e ALLEATI |
20,84
|
18,94
|
| M5S |
34,57
|
27,83
|
| SI e ALLEATI |
4,56
|
5,24
|
| ALTRI |
3,75
|
6,78
|
Partito Democratico che, come dimostrano i risultati, risulta essere maggiormente premiato nei Municipi che al comune. Escludendo il consenso di Ostia (espresso solo per il comune), a livello di voti, infatti, i minisindaci del centrosinistra totalizzano complessivamente 325mila preferenze, pari al 28,52% contro i 316 mila suffragi a favore dei gli aspiranti presidenti a Cinque Stelle. In pratica la maggioranza uscente nei Municipi prende di più di quanto totalizza Giachetti per il Comune, mentre i pentastellati faticano a star dietro a Virginia Raggi (sei punti in meno circa). Anche a destra, Marchini fa peggio dei candidati a lui collegati, mentre Giorgia Meloni migliora le prestazioni.


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