Come in tutti i comuni che hanno più di 15.000 abitanti che non hanno eletto il sindaco al primo turno, anche a Milano, la formazione della nuova assise di Palazzo Marino per il quinquennio 2016-2021 ha dovuto aspettare il ballottaggio. In questo post proponiamo, dunque, come dovrebbe formarsi il nuovo Consiglio comunale dopo la vittoria di Giuseppe Sala
Cosa dice la legge
Partiamo, innanzitutto, da cosa dice la legge. Secondo il TUEL, se nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta al primo turno, è necessaria una votazione quindici giorni dopo. Quindi, se nessuna lista o coalizione ha ottenuto sempre al primo turno la maggioranza assoluta dei voti validi espressi, automaticamente alla lista o alla coalizione del candidato vincitore viene attribuito automaticamente il 60% degli scranni a disposizione. Nel caso di Milano, essi sono 29, giacché nei comuni che, al censimento del 2011, hanno una popolazione superiore al milione di abitanti spettano 48 seggi.
In caso contrario, si crea la cosiddetta Anatra zoppa, ossia una sorta di coabitazione tra sindaco di un colore politico e maggioranza in consiglio comunale di un altro. Il che vuol dire, la necessità per il nuovo primo cittadino di aprirsi anche alle forze di opposizione, se non vuol cadere anticipatamente. Non è, comunque, questo il caso del capoluogo lombardo, dove le alleanze che appoggiano Sala e Parisi hanno superato di poco il 40% dei voti validi.
Seggi della maggioranza: ci sono anche i Radicali
Vediamo, dunque, come è andata. Il centro-sinistra si aggiudica 29 seggi. Ai quattro partiti che avevano sostenuto sin dal primo turno l'ex Commissario unico di Expo, al ballottaggio, si aggiungono anche i Radicali, che avevano proposto Marco Cappato come aspirante sindaco. Anche i Radicali, dunque, concorrono nella spartizione dei seggi con la maggioranza con il seguente modo: il primo seggio andrà al candidato sindaco e i restanti alle liste.
C'è da dire, però, che, in questo caso, i Radicali non hanno sbloccato alcuno scranno, giacché la lista si è fermata di molto sotto la soglia del 3%. A partecipare, alla distribuzione dei seggi, nella coalizione di Sala sono tre liste: Partito Democratico, Noi Milano e Sinistra per Milano. Nella figura 1 è riassunta la spartizione secondo il metodo d'Hondt dei divisori:
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| Figura 1: Distribuzione dei seggi tra i partiti della coalizione di Giuseppe Sala |
Opposizione: entrano in consiglio Parisi, Corrado e Rizzo
I restanti 19 seggi, invece, vengono divisi tra quei candidati le cui liste o coalizioni, hanno raggiunto il 3%. Ovvero: Stefano Parisi (centro-destra), Gianluca Corrado (Movimento Cinque Stelle) e Basilio Rizzo (sinistra).
Nella figura 2, abbiamo sintetizzato come è avvenuta la distribuzione dei seggi ta le opposizioni:
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| Figura 2: Seggi alle opposizioni nel caso di vittoria di Giuseppe Sala |
Ne deduciamo che: 15 seggi vanno al centro-destra, 3 al Movimento Cinque Stelle e 1 alla lista di sinistra Milano in Comune. Apportiamo una correzione: il primo seggio va al candidato sindaco non eletto. Pertanto, le liste di Parisi hanno diritto a 14 scranni, quella di Corrado a 2, mentre quella di Rizzo 0.
Essendo una sola lista di Corrado, non è tanto difficile affermare che al Movimento Cinque Stelle vadano due scranni. Vediamo, però, come i partiti di centro-destra si spartiscono i 14 seggi. Cominciamo a dire che Fratelli d'Italia-An e i Pensionati non concorrono alla spartizione perché sotto il 3%. Di conseguenza, questa è la distribuzione:
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| Figura 3: Distribuzione dei seggi tra i partiti di centro-destra |
Riepilogo
A questo punto riepiloghiamo come sarà l'assise comunale meneghino per il quinquennio 2016-2021:
Il partito con più seggi sarà il Partito Democratico (22 su 48, quasi la metà), seguito da Forza Italia (9) e Noi Milano (5). I leghisti, invece, avranno quattro rappresentanti, il Movimento Cinque Stelle 3 e Milano Popolare, Io corro per Milano e Milano in Comune 1 ciascuno.
Rispetto alle precedenti elezioni, dunque, Pd e Movimento Cinque Stelle vedono incrementare la loro rappresentanza a Palazzo Marino di due unità ciascuno. Ne aumenta tre, invece, la civica associata al candidato sindaco di centro-sinistra: rispetto a Milano Civica, che prese 2 scranni, Noi Milano se ne aggiudica 5.
Al contrario, la sinistra perde terreno: Sinistra per Milano ottiene un seggio in meno di SEL, esattamente come accade nel paragone tra Milano in Comune e Federazione della Sinistra. I Radicali, invece, restano fuori dal Consiglio. Leggermente in perdita anche l'ex area Pdl, con Forza Italia e Milano Popolare che lasciano sul terreno uno scranno. Stabile, invece, la Lega Nord e la civica collegata al candidato sindaco di centro-destra.





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