Dieci candidati a sindaco e sedici liste si sfideranno, l’11 giugno, in quel di Parma. Il sindaco uscente è Federico Pizzarotti. Eletto al ballottaggio, sconfiggendo il favorito presidente della provincia in quota Pd, Vincenzo Bernazzoli, Pizzarotti è stato il primo sindaco di un comune capoluogo proveniente dal Movimento Cinque Stelle.
Nel 2016, però, c’è stato il divorzio dal partito di Beppe Grillo e la fondazione di una lista civica – Effetto Parma – alla quale hanno aderito la gran parte dei membri della maggioranza.
Effetto Parma. Pizzarotti sarà nuovamente della partita. L’annuncio della ricandidatura è stato dato lo scorso 21 gennaio. “Ho deciso di ricandidarmi, per non lasciare un buon lavoro a metà” aveva affermato il “Pizza”, in un video pubblicato su Facebook.
Ad appoggiarlo, come cinque anni fa, una sola lista. Quella di Effetto Parma. A cui si somma il sostegno informale dei Radicali Italiani. Ad annunciarlo, lo scorso 5 maggio, il segretario del movimento, Riccardo Magi.
“Il nostro sostegno alla candidatura di Pizzarotti è all'insegna di un rapporto autentico di condivisione politica su temi come il fine vita, i diritti civili, la legalizzazione della cannabis” ha affermato Magi aggiungendo che “il suo è stato un primo mandato di grande interesse. Noi Radicali abbiamo apprezzato il senso di responsabilità e il senso delle istituzioni che ha saputo mettere davanti alle ragioni di partito e agli ordini di scuderia; questo deve rappresentare un esempio per chi voglia governare una città o un paese nell'interesse dei cittadini”.
Già Possibile di Pippo Civati aveva fatto balenare l’ipotesi, a fine gennaio, di appoggiare il sindaco uscente, rompendo col Pd.
Movimento Cinque Stelle. A sfidare Pizzarotti, primi su tutti, gli ex compagni del Movimento Cinque Stelle. Il 21 aprile, Beppe Grillo ha dato il via libera alla candidatura di Daniele Ghirarduzzi.
Consigliere regionale, Ghirarduzzi ha da sempre rappresentato la linea ortodossa. Con lui, a presentare la candidatura, erano presenti anche i consiglieri uscenti Nuzzo e Savani, oltre al bolognese Massimo Bugani. “Trasparenza, partecipazione e coerenza”, i punti fermi della campagna elettorale di Ghirarduzzi, che ha puntato il dito contro il “Pizza”. “Se uno fa delle promesse e delle proposte, alimentando le speranze, e poi non è in grado di rispettarle, quello non è Effetto Parma: sarebbe più giusto chiamarlo Effetto Poltrona”, ha sentenziato il candidato sindaco Grillino.
Il terreno di sfida, per i pentastellati, saranno sicurezza, welfare e vivibilità del centro storico. “Noi lanciamo una politica concreta e stavolta facciamo sul serio” ha detto Ghirarduzzi.
Centro-sinistra. Dopo la batosta di cinque anni fa, il centrosinistra tenta di rifarsi affidandosi alle primarie, che si sono celebrate il 5 marzo. Nella corsa a tre l’ha spuntata il civico Paolo Scarpa, che ha raccolto circa 3.000 voti sui 6.300 validi.
“Ora dobbiamo essere uniti, andiamo avanti insieme per costruire un progetto serio per Parma” ha detto Scarpa, commentando la vittoria alle primarie di coalizione. La sua discesa in campo era avvenuta a fine novembre 2016. “Mi candido proprio perché vedo a Parma una rassegnazione, una certa sfiducia nei confronti della politica” aveva spiegato Scarpa, sostenendo che esista una Parma a “due velocità”. In precedenza, Scarpa si era fatto promotore di una lettera aperta, destinata “a chi crede nel futuro di Parma”.
Sessant’anni, ingegnere, Scarpa sarà appoggiato da altre due liste civiche: Parma Unita-Centristi dei consiglieri uscenti Roberto Ghiretti (candidato a sindaco nel 2012, che prese il 10% al primo turno) e Parma protagonista, che ha come capolista la già candidata a primo cittadino Roberta Roberti.
Sinistra. I partiti della sinistra radicale si smarcano dalla
coalizione civica targata Pd. Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano
candidano, infatti, Ettore Manno.
Storico militante comunista, è in consiglio comunale dal 1998.
“La politica va vissuta in modo diverso,
tramite l'ascolto”, il Comune come “casa di tutti” sono i principi fondanti
della sua candidatura. “La città ha dimenticato i valori dei diritti della
Costituzione, degli affetti, delle garanzie per le fasce più deboli”, continua
Manno ai microfoni della Repubblica
durante la presentazione della candidatura,
il 23 febbraio.
Ancora più a sinistra ci sarà Laura Bergamini, proposta dal Partito
Comunista di Marco Rizzo. Cinquatasei anni, educatrice d’asilo con una lunga
esperienza nei sindacati di base, la Bergamini ha lanciato la sua candidatura il 17 febbraio.
L’obiettivo dei comunisti sarà rappresentare “le classi
popolari costituite dai salariati, dai disoccupati, da chi fatica a studiare o
a trovare un lavoro, dai semplici pensionati e da coloro che hanno perso una
piccola attività artigianale o commerciale”.
Altri. Il giornalista Luigi Alfieri,
invece, correrà con una lista civica. Il suo nome è Parma non ha paura. Nella presentazione
della candidatura, il 23 novembre, il giornalista ha lanciato il progetto
per la sua Parma: la città ducale dovrà essere sicura, bella, globale e
solidale.
Emanuele Bacchieri, 28 anni, è proposto da CasaPound Italia. La sua
candidatura è stata lanciata
nel novembre 2016 e il suo programma si intitola Difendere Parma.
Infine, c’è Pia Russo.
Sindacalista della Cisl, Russo sarà in campo con la lista La nuova voce di Parma. “Adesso si cambia” è il motto della
candidata, che si è
presentata alla cittadinanza il 14 aprile al borgo del Parmigianino. Da un
lato, Pia Russo boccia sonoramente l’uscente Pizzarotti e ha aperto a Filippo
Greci.

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