Corsa a dieci sulle rive dei Due mari. Tanti sono gli aspiranti successori di Ippazio Stefàno, che saranno accompagnati da trentotto liste. L’uscente non può ricandidarsi, in quanto giunto al suo secondo mandato.
Eletto nel 2007 a larga maggioranza dopo un ballottaggio tutto interno al centro-sinistra contro l’allora presidente della provincia Giovanni Florido, Stefàno è stato ampiamente riconfermato nel 2012, con il sostegno dell’intera coalizione, doppiando al secondo turno Mario Cito, figlio dell’ex sindaco Giancarlo.
Centro-sinistra. La coalizione che ha sostenuto in questi anni
Stefàno si spacca in vista di questo appuntamento elettorale. Da un lato,
infatti, troviamo il Partito Democratico che candida l’imprenditore Rinaldo Melucci.
“Melucci
è il profilo giusto, in quanto giovane imprenditore” ha spiegato durante la presentazione
della candidatura il segretario provinciale del Partito Democratico Costanzo Carrieri. Con Melucci ci
saranno anche il Partito Socialista Italiano, Campo Progressista di Giuliano
Pisapia (che però non ha presentato liste), Alternativa Popolare e i Centristi
per l’Europa.
In
totale sono sette le liste a suo supporto. Oltre ai tre simboli di partito,
infatti, ci saranno quattro compagini civiche: Che sia primavera, P.E.R. Taranto diamoci del Noi, La scelta
#PerTaranto e Insieme per cambiare.
Dal
Partito Democratico è uscito sbattendo la porta l’attuale presidente del
Consiglio comunale, Pietro Bitetti.
Nonostante i tentativi di riconciliazione con i vecchi compagni di partito,
Bitetti ha deciso di correre slegato dalle formazioni politiche.
“Sarò
candidato sindaco di uno schieramento civico” aveva annunciato Bitetti che ha
presentato il suo Progetto Taranto
lo scorso 9 dicembre. Saranno sette le liste al suo fianco: Rivoluzione
Cristiana, Taranto Bene Comune, Taranto futuro prossimo, Cultura e Università,
Io sto con Taranto, Laboratorio Taranto e Partito dei Pensionati.
Sinistra. Oltre alle beghe interne nel Pd, ci sono i tre
candidati ufficiali della sinistra radicale. Sviluppo Democrazia Sud, legata al sindaco uscente, corre con Massimo Brandimarte. Presidente del
tribunale di sorveglianza cittadino in pensione, volto della trasmissione
televisiva Forum, Brandimarte ha
accettato di correre con il placet dell’uscente Stefàno il 19 febbraio.
Per lui, ci sono anche i Radicali, che non hanno, però, presentato una lista a
suo favore. Oltre a Sds, Brandimarte potrà contare dell’appoggio della lista
civica che porta il suo nome.
C’è,
poi, il candidato di Sinistra Italiana e di Rifondazione Comunista. L’aspirante
nuovo primo cittadino è Franco Sebastio.
Ex capo della procura del capoluogo jonico, Sebastio è noto soprattutto per
l’inchiesta “Ambiente svenduto”, che ha portato alla chiusura dell’Ilva,
mandando a processo, tra gli altri anche il sindaco Stefàno. Con lui quattro
liste: Mutavento, Taranto in comune,
Siamo Taranto, Movimento per il Territorio e la vita.
Per
la seconda volta, saranno in pista anche i Verdi. Non sarà, come nel 2012, il
leader Angelo Bonelli a candidarsi, ma Vincenzo
Fornaro, che si è presentato
il 4 febbraio. Ex allevatore, Fornaro ha dovuto abbattere il suo gregge a
causa dei danni provocati dalla diossina dell’Ilva. Costituitosi parte civile
nel processo “Ambiente svenduto”, Fornaro si è detto a favore della chiusura
dello stabilimento. Oltre ai Verdi, con lui ci sarà anche Democrazia Autonomia
del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Nel suo schieramento, però, non ci
saranno simboli di partito ma liste civiche: Taranto respira, Partecipazione e Cambiamento, Democrazia e Autonomia.
Centro-destra. Il derby
“della giustizia”, per usare un’espressione coniata dall’edizione pugliese di Repubblica, contagia anche il centro-destra. La candidata a
sindaco, infatti, è la direttrice in aspettativa del carcere di Taranto, Stefania Baldassari.
Baldassari
si è occupata spesso del tema Ilva, una delle questioni al centro di questa
campagna elettorale. “Questa non è solo la città di morte e tumori,
c'è bisogno però di una guida che accompagni la barca che sta affondando in un porto sicuro” ha
detto la neo candidata sindaco.
Ad
appoggiarla, Forza Italia e Direzione Italia di Raffaele Fitto. I due partiti,
però, rinunceranno al loro simbolo. La prima è diventata Forza Taranto,
mentre i secondi hanno battezzato la loro lista come Direzione Taranto.
Le altre sette compagini, invece, sono puramente civiche: Lista Baldassari, Ambiente e lavoro, Progetto in comune, Taranto nel
cuore, Iniziativa democratica e Taranto
rinasce.
Più
a destra, invece, si colloca Mario Cito. Già sconfitto al ballottaggio nel 2012,
l’imprenditore si ripresenta alla competizione elettorale con la lista della
Lega d’Azione Meridionale, fondata dal padre Giancarlo, ex sindaco di Taranto.
L’annuncio,
come spiega Taranto
Buonasera, è arrivato a seguito
dell’impossibilità per Cito padre di “ottenere nei tempi utili la riabilitazione giudiziaria che
gli avrebbe consentito di candidarsi in prima persona”.
Movimento Cinque Stelle. Proprio mentre Giancarlo Cito annunciava la sua
rinuncia a correre in favore del figlio, il Movimento Cinque Stelle scaldava i
motori con le comunarie.
Il voto si è tenuto, infatti, il 5 maggio dalle 10 alle 19.
A
spuntarla è stato l’avvocato Francesco
Nevoli, che ha ottenuto 107 dei 213 voti validi, superando la concorrenza
di Bartolomeo Lucarelli e di Sandro Bello.
Altri. Ci sono, poi, gli ultimi due candidati sindaco.
Tutti “puramente” civici. Cominciamo da Luigi
Romandini, dirigente della provincia di Taranto, che ha presentato la sua
discesa in campo al Molo Sant’Eligio, lo scorso 8 aprile.
Giocherà la carta della competenza, Romandini.“Taranto
ha bisogno di un sindaco che faccia funzionare subito la macchina
amministrativa. Non può concedere a nessuno il lusso dell’apprendistato” ha
affermato Romandini. Tre le liste a suo sostegno: Luigi Romandini Sindaco, Taranto sorridi, Taranto d’amare.
Giuseppe Lessa, già consigliere comunale con
Forza Italia e direttore dell’Aci, invece, ci proverà con due liste civiche: Lessa sindaco e Riprendiamoci il futuro.

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