Verona 2017: i dieci candidati a sindaco

Dieci candidati sindaco e 25 liste competeranno per la carica di primo cittadino e per il consiglio comunale di Verona. Il sindaco uscente Flavio Tosi, ex esponente della Lega Nord e fondatore di Fare!, non è più candidabile, in quanto ha raggiunto il suo secondo mandato.

In entrambe le passate competizioni elettorali, Tosi è stato eletto con un plebiscito già al primo turno. Nel 2007 sconfisse l’uscente Paolo Zanotto, riproposto dall’Unione, con poco più del 60% dei voti validi, mentre nel 2012 ottenne il 57% dei consensi, con il supporto del solo Carroccio e delle liste civiche.

Nel 2015, però, c’è stato lo strappo tra il sindaco e il suo principale sponsor politico. Nella corsa per la presidenza della Regione, infatti, Salvini preferì Zaia a Tosi, il quale uscì dal Carroccio, correndo con il sostegno di Area Popolare, della Lista Tosi e quattro civiche. Il risultato, almeno nel capoluogo scaligero, è stato quello di una città spaccata in tre: Tosi, infatti, è arrivato terzo, distanziato di misura tanto da Luca Zaia (poco più di 300 voti) quanto da Alessandra Moretti (circa 200 voti in più). 

Area Tosi. Dopo il divorzio dalla Lega Nord, i tosiani si sono messi in proprio, correndo con un candidato alternativo tanto al centro-destra quanto al centro-sinistra. Per le elezioni veronesi, l’aspirante prima cittadina è Patrizia Bisinella. Senatrice, compagna di vita proprio di Tosi, la sua discesa in campo è stata ufficializzata il 22 aprile, anche se il suo nome già girava da ottobre 2016.

Con la Bisinella, ci sarà la lista di Fare! ed uno stuolo di liste civiche. Sei, per la precisione. A partire dalla Lista Tosi, campione di preferenze alle comunali del 2012, sino a Lista Bisinella-Ama Verona, Verona si muove, Pensionati veneti, La voce della gente e Csu Veneta-Movimento Nuova Repubblica.

Centro-destra. Dopo lo strappo con Tosi, la Lega Nord rinsalda l’asse con Forza Italia, Pensionati e Fratelli d’Italia-An. Il candidato sindaco della maggioranza regionale è Federico Sboarina. Quarantacinque anni, avvocato, con un passato in Alleanza Nazionale, Sboarina è cugino di secondo grado dell’ex primo cittadino Gabriele.

L’investitura è avvenuta lo scorso 1° aprile. “Non esiste un uomo solo al comando, siamo una squadra” ha detto Sboarina, paragonando il suo team allo storico Hellas Verona (di cui è un tifoso sfegatato) dello Scudetto del 1985. “Per vincere in una città dove da sempre il centrodestra è in maggioranza dobbiamo essere uniti” ha spiegato Sboarina durante la presentazione della sua candidatura, nella quale non sono mancate le frecciatine a Flavio Tosi. Le accuse sono quelle di aver retto una amministrazione monocratica “da dimenticare”, “facendo perdere molte opportunità” a Verona.

Oltre alle liste più prettamente politiche, Sboarina, che è stato in passato anche assessore allo Sport, sarà appoggiato da tre liste civiche. Una è Battiti-Vr domani, da cui proviene proprio l’avvocato. Quindi, Indipendenza Veneto – già presente alle scorse regionali – e Verona più sicura.

Centro-sinistra. Per Palazzo Barbieri, il centro-sinistra, che aveva puntato su un civico come il presidente dell’Aic ed ex calciatore della Roma Damiano Tommasi, si è affidato alle primarie, che si sono celebrate il 2 aprile. 

Nella corsa a tre, è stata Orietta Salemi a spuntarla. La consigliera regionale del Partito Democratico ha battuto la concorrenza di Gustavo Franchetto, anche lui con un passato a Palazzo Balbi tra le fila della Margherita e dell’Idv e del consigliere comunale uscente Damiano Fermo. Con lei il 52% dei circa quattromila elettori recatisi alle urne. Oltre ai dem, ci saranno due liste civiche al fianco di Salemi: Salemi sindaco ed Eppur si muove.

Sinistra. Fallito, dunque, il tentativo di ricompattare la coalizione, esattamente come avvenne nel 2012. I partiti della sinistra si sono, infatti, accasati con l’ex presidente di Legambiente, Michele Bertucco.

Già consigliere del Partito Democratico, Bertucco guidò già cinque anni fa il centrosinistra contro l’armata Tosi. Il risultato fu la seconda piazza, con poco più del 22% dei consensi. “C’è bisogno di una svolta, di una rivoluzione democratica. Scriviamo insieme una nuova storia per la città”, ha affermato Bertucco, nel presentare la sua candidatura lo scorso 7 marzo. Due le liste in suo sostegno: Sinistra in comune, nella quale sono confluiti esponenti di Sinistra Italiana e la civica Verona in comune.

Movimento Cinque Stelle. Nel quadro di frammentazione che affligge tanto il centro-destra quanto il centro-sinistra, il Movimento Cinque Stelle proverà a sparigliare le carte. Il candidato sindaco è l’ex rugbista Alessandro Gennari.

Classe 1984, capogruppo pentastellato nella quarta circoscrizione, Gennari ha vinto le comunarie del 26 gennaio scorso, ottenendo 83 dei 224 voti espressi. La candidatura, ha spiegato l’ex rugbista, “nasce dalla voglia di risvegliare quelle generazioni di veronesi che saranno il futuro della città per mettere in atto un percorso virtuoso di miglioramento della qualità di vita di tutti”.

Altri. Chiudono la batteria altri cinque candidati minori. Partiamo dall’estrema destra, che si è divisa in due. CasaPound parteciperà alle comunali veronesi, proponendo l’avvocato Roberto Bussinello. La candidatura è stata presentata l’11 febbraio al Liston. “Vogliamo riprenderci la città, vogliamo tornare in possesso di ciò che è nostro”, spiega la nota pubblicata da Bussinello nella quale si illustrano le idee del movimento di via Napoleone III per la città scaligera: spostare l’obiettivo della amministrazione di Verona “da quelle che sembrano essere ormai diventate le uniche priorità e cioè l'accoglienza degli immigrati e la protezione del sistema bancario”.

Sicurezza, lotta allo spaccio della droga e al bullismo, riclassificazione delle case comunali sono, invece, gli obiettivi di William Dapiran, segretario regionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale, che ha lanciato la sua candidatura il 12 marzo a Piazza Bra.

Sarà presente alla tornata anche Il Popolo della Famiglia di Mario Adinolfi, che candida l’ex presidente della seconda circoscrizione Filippo Grigolini. Ex Forza Italia e Lista Tosi, Grigolini ha annunciato la sua corsa per Palazzo Barbieri il 12 febbraio, una volta tramontata la candidatura di Stefano Casali. “Per i principi che ha sempre difeso, per l’impegno associativo e culturale, per l’esperienza politico amministrativa degli ultimi dieci anni e per la sensibilità al sociale Filippo Grigolini è persona in grado di guidare l’amministrazione della città per i prossimi anni con una visione chiara e coerente” si legge in una nota del movimento di Adinolfi, in cui si individua nell’ “attuale stato di incertezza del dibattito politico locale” la motivazione alla corsa in solitaria.

Ha scelto la libreria fascista di Verona per lanciare la sua candidatura Michele Croce. Ex presidente dell’Agec, noto per le sue denunce a Report, Croce sarà sostenuto dalla lista civica Verona Pulita.

Infine, tra i primi a scendere in campo, l’ex assessore della giunta Tosi, Michele Giorlo. La corsa per Palazzo Barbieri è stata annunciata il 30 maggio 2016. A suo sostegno, la civica Tutto cambia.






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