ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA
Per ciascuno dei cinque candidati in corsa proponiamo il programma elettorale, riassumendolo in una sola parola chiave. Alla pagina delle biografie dei candidati, troverete i link ai singoli programmi. Noi di Pato Rengo, però, abbiamo provato a dire con un solo termine che per i candidati governatori, la Sicilia è...
CASA - Giancarlo Cancelleri (Movimento Cinque Stelle)
La casa a cui dover tornare dopo il lungo "esilio forzato". Giancarlo Cancelleri non fa a meno di notare i dati sul lavoro e sull'occupazione, con tutte le implicazioni negative che ne derivano. E tenta, dunque, con il suo programma di creare una ricetta che curi il paziente moribondo Sicilia, sopperendo alla povertà diffusa, all'efficienza sanitaria, alla mancanza di lavoro, al predominio delle clientele.
| Il frontespizio del programma di Giancarlo Cancelleri. Tratto dal sito elettorale del candidato. |
Il lavoro, però, è il vero cuore del programma grillino. Gli interlocutori, su questo fronte, sono molteplici. Per prime, le Pmi. Il programma parla della creazione di un Istituto di credito regionale unico che sostituisca i tre esistenti. C'è, poi, la questione del credito agevolato e la semplificazione amministrativa finalizzata agli investimenti. Dopo le Pmi, è la volta delle famiglie. In particolare, quelle con donne lavoratrici. Cancelleri annuncia la nascita del registro del Co-Manager, che sia di supporto alle donne incinta, così come la conciliazione casa-lavoro con l'incentivazione di nidi aziendali e nidi familiari. Quindi, quei giovani cui Cancelleri ha lanciato la promessa di riportarli a casa. Per loro, il candidato del Movimento Cinque Stelle ha in mente finanziamenti per le start-up, il riordino del settore della formazione e la creazione di politiche giovanili che abbiano come fulcro l'incentivo ad assumere i giovani.
Insieme al lavoro, però, il rilancio economico dell'isola, a detta del Movimento Cinque Stelle, passa anche per altri punti cruciali. Uno di questi è il Brand Sicilia da interpretare in due direzioni: quella turistica, che passa per strategie di marketing innovative e la promozione della Regione nel mondo con ambassador e influencer; quella agroalimentare, con la creazione del Marchio "Qualità Sicilia Sicura". Un altro riguarda il capitolo trasporti: sì alle nuove infrastrutture ferroviarie e alla continuità territoriale. Quindi, una oculata gestione dei fondi comunitari. E proprio a Bruxelles Cancelleri punta per difendere gli interessi della Regione. A tal proposito vuole promuovere due figure: il "cacciatore di buyer", un agente in grado di trovare compratori per i prodotti delle aziende siciliane; il "lobbista del cittadino", iscritto al registro delle lobby del Parlamento che si occuperà di rappresentare i bisogni e gli interessi delle imprese e dei cittadini siciliani in Europa.
C'è, infine, l'ultimo dei punti, che coincide con un cavallo di battaglia dei pentastellati. Cancelleri, infatti, vuole dare lotta al sistema mafioso e delle clientele. E due sono le strategie che intende mettere in campo. La prima riguarda la lotta ai privilegi con abolizione dei vitalizi, dimezzamento degli stipendi dei deputati dell'Ars, eliminazione delle Auto blu, equiparazione del trattamento previdenziale dei parlamentari a quelli dei cittadini "comuni" e le sanzioni pecuniarie per le assenze ingiustificate dei deputati. La seconda riguarda le misure anticorruzione come i provvedimenti contro il voto di scambio e il supporto alle amministrazioni locali che vogliono combattere la mafia.
Insieme al lavoro, però, il rilancio economico dell'isola, a detta del Movimento Cinque Stelle, passa anche per altri punti cruciali. Uno di questi è il Brand Sicilia da interpretare in due direzioni: quella turistica, che passa per strategie di marketing innovative e la promozione della Regione nel mondo con ambassador e influencer; quella agroalimentare, con la creazione del Marchio "Qualità Sicilia Sicura". Un altro riguarda il capitolo trasporti: sì alle nuove infrastrutture ferroviarie e alla continuità territoriale. Quindi, una oculata gestione dei fondi comunitari. E proprio a Bruxelles Cancelleri punta per difendere gli interessi della Regione. A tal proposito vuole promuovere due figure: il "cacciatore di buyer", un agente in grado di trovare compratori per i prodotti delle aziende siciliane; il "lobbista del cittadino", iscritto al registro delle lobby del Parlamento che si occuperà di rappresentare i bisogni e gli interessi delle imprese e dei cittadini siciliani in Europa.
C'è, infine, l'ultimo dei punti, che coincide con un cavallo di battaglia dei pentastellati. Cancelleri, infatti, vuole dare lotta al sistema mafioso e delle clientele. E due sono le strategie che intende mettere in campo. La prima riguarda la lotta ai privilegi con abolizione dei vitalizi, dimezzamento degli stipendi dei deputati dell'Ars, eliminazione delle Auto blu, equiparazione del trattamento previdenziale dei parlamentari a quelli dei cittadini "comuni" e le sanzioni pecuniarie per le assenze ingiustificate dei deputati. La seconda riguarda le misure anticorruzione come i provvedimenti contro il voto di scambio e il supporto alle amministrazioni locali che vogliono combattere la mafia.
DIRITTI - Claudio Fava (Cento passi per la Sicilia)
Far ripartire la Sicilia ricominciando dalla tutela dei diritti e della legalità. Nel programma, infatti, Fava non fa a meno di notare il grave problema occupazionale che investe l'isola e la relativa fuga dei giovani. Per il giornalista ciò è dovuto all'uso dissennato della politica delle giunte precedenti che, a detta di Fava, hanno ridotto la Sicilia a "bancomat delle clientele". Secondo lo sceneggiatore, dunque, è necessario un cambio di passo lavorando in tre direzioni.
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| Il logo della lista Cento passi per la Sicilia. Fonte: Palermo Today |
Fava immagina una Sicilia hub culturale ed economico del Mediterraneo. In tal senso, Fava propone un Politecnico del Mediterraneo, aggregato dei centri di ricerca e delle realtà universitarie regionali; poi, il mantenimento dell'acqua pubblica, un Piano regionale dei rifiuti e la riconversione ecologica dell'industria siciliana, favorendo i nuovi slanci dei giovani verso l'agricoltura.
Da qui, l'idea di riqualificazione delle città, il piano straordinario di messa in sicurezza del territorio e il contrasto all'abusivismo che penalizza il patrimonio culturale siciliano.
Diritti, cura e innovazione che, però, trovano una corretta sintesi in un rinnovato impegno verso la legalità. Fava ha, infatti, annunciato la sua lotta alle clientele e alla criminalità organizzata in nome della trasparenza.
COLONIA - Roberto La Rosa (Siciliani Liberi)
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| Roberto La Rosa, candidato del Movimento Siciliani Liberi |
Liberi vuole arrivare pacificamente e solo in presenza di una maggioranza di siciliani a favore e in un arco di dieci anni.
Per questo, il movimento fondato da Massimo Costa fa il distinguo tra un "programma massimo", cioè uno Stato siciliano riconosciuto a livello internazionale, e il "programma minimo", che guarda ad una indipendenza economica della Sicilia dall'Italia, che sarà al centro della prossima legislatura.
Una indipendenza da attuare con la costituzione della Zona economica speciale. Un progetto che, così come concepito da Siciliani Liberi, che si articola su otto punti essenziali. In primis, la fiscalità di vantaggio, che propone una devoluzione di tutte le entrate siciliane alla Sicilia, fatto salvo ciò che concerne la previdenza. Quindi, la devoluzione di competenze amministrative dallo Stato alla Regione in maniera ancora più accentuata. Poi, la moneta complementare fiscale, la tutela dei diritti della Sicilia in sede internazionale ed europea e altri vantaggi fiscali ed economici. Parliamo delle zone franche e delle Zone doganali speciali per le isole minori, a cui si aggiunge la necessità di creare un brand sull'agroalimentare siciliano: U Siculu.
SFIDA - Fabrizio Micari (PD - AP - Arcipelago Sicilia - Sicilia Futura-PSI)
È una "sfida gentile" per Fabrizio Micari il governo della Sicilia. Una sfida che nasce dalla necessità di coniugare le eccellenze alle criticità che fanno cadere l'isola in una perenne contraddizione. Per il rettore, infatti, i presupposti per far decollare la regione ci sono e basta solo attivarli.
| Il frontespizio del programma elettorale di Fabrizio Micari. Tratto dal sito elettorale del candidato |
Oltre al settore primario e a quello industriale, Micari guarda alla Cultura e alla promozione del territorio come volano per lo sviluppo del turismo. Il rettore parla proprio di cultura del territorio siciliano lanciando, da un lato, l'idea di un Piano Strategico Culturale in capo all'Assessorato dello Sviluppo Turistico e dall'altro un nuovo approccio al governo del territorio. Un approccio che integri zone interne e realtà metropolitane pur mantenendo distinte le peculiarità e che tuteli lo stile architettonico siciliano con una nuova legge sull'urbanistica.
Attrarre lavoro, però, secondo Micari è possibile agendo anche in altre due direzioni. Quella del sostegno agli incubatori di start up. Per loro, il rettore pensa al Fondo Sicilia 2030 e alla Strategia regionale di specializzazione intelligente. Quella dello sviluppo delle infrastrutture, che porti in auge nuovamente la questione della continuità territoriale, di una intermodalità negli scambi che sia efficiente e che preveda una maggiore integrazione tra le diverse modalità di trasporto. Prioritari, per Micari, sono gli interventi sugli assi stradali e ferroviari, oltre alla revisione del Piano sugli aeroporti di Sicilia Strategica.
Una sfida, quella di puntare su impresa e lavoro, che Micari vuole vincere promuovendo anche l'energia rinnovabile, la gestione più efficiente dell'acqua pubblica e la revisione tramite la pianificazione e il controllo della gestione dei rifiuti. Una sfida che Micari vuole vincere riaffermando diritti. Quello alla Salute in primis - con un sistema di pronto soccorso efficiente sul territorio - allo Studio - con l'ammodernamento degli edifici scolastici, borse di studio e rafforzando il personale delle scuole - e quello a vivere dignitosamente, con il rilancio dell'edilizia popolare e la garanzia di diritti assistenziali per tutti.
Una sfida, che Micari intende portare avanti, cambiando anche le regole del gioco secondo tre principi: autogoverno, responsabilità e solidarietà. Nel programma riconosce, infatti, la necessità di rivedere lo Statuto della Regione, adeguandolo ai tempi, così come è d'uopo scongiurare il pericolo dei franchi tiratori, che si nascondono dietro il voto segreto. Una regione, dunque, che, nelle intenzioni di Micari, guarda verso il futuro e le generazioni future: il rettore, infatti, riconosce la necessità del turn over nelle stanze dell'amministrazione. E per sopperire a tutto ciò punta sull'Alta scuola di Amministrazione siciliana.
Una sfida, che Micari intende portare avanti, cambiando anche le regole del gioco secondo tre principi: autogoverno, responsabilità e solidarietà. Nel programma riconosce, infatti, la necessità di rivedere lo Statuto della Regione, adeguandolo ai tempi, così come è d'uopo scongiurare il pericolo dei franchi tiratori, che si nascondono dietro il voto segreto. Una regione, dunque, che, nelle intenzioni di Micari, guarda verso il futuro e le generazioni future: il rettore, infatti, riconosce la necessità del turn over nelle stanze dell'amministrazione. E per sopperire a tutto ciò punta sull'Alta scuola di Amministrazione siciliana.
RIFORMA - Nello Musumeci (FI - UDC - FdI-AN - NCS - Diventerà Bellissima - Popolari e Autonomi)
Nello Musumeci parte dal presupposto che sia urgente la necessità di restituire la fiducia e la dignità al popolo siciliano. E l'unico modo per farlo sia agendo in due direzioni: tutelando i deboli e, soprattutto, trasformando l'isola con una lunga serie di riforme.
La tutela delle fasce deboli investe sostanzialmente tre ambiti del suo programma. Quello che fa capo al lavoro, innanzitutto, dove Musumeci conta di rivoluzionare il settore agendo soprattutto sulla formazione lavorativa. Per questo, ha annunciato l'introduzione di un Testo Unico di Istruzione, formazione e inserimento lavorativo, a cui si aggiunge la riforma dei Centri per l'Impiego, il programma straordinario per l'occupazione e una misura ad hoc per i precari della Pubblica amministrazione.
C'è, poi, la questione salute. Anche qui, Musumeci intende rigenerare la Sicilia con cambiamenti radicali rispetto al passato più recente. Propone, infatti, una revisione dell'attuale Rete ospedaliera regionale, premiando le eccellenze e colpendo le disfunzioni. Quindi, una svolta verso l'innovazione con la digitalizzazione delle cartelle sanitarie. Senza tralasciare il sostegno alle fasce più deboli: in tal senso, Musumeci intende garantire l'assistenza odontoiatrica ai soggetti più poveri, e implementare la rete con i privati e i volontari per far crescere la sanità dell'isola.
Infine, c'è l'intera riorganizzazione del welfare regionale. Qui, la discontinuità col passato è segnata da un cambio di passo sulle politiche da formulare, che non devono essere più orientate verso il taglio della spesa. In tal senso, Musumeci intende istituire due Consulte permanenti - una per il Terzo settore e una per la fragilità - riorganizzando tanto gli uffici regionali del Terzo settore quanto rivedendo le regole di istituzione degli IPAB e per l'accredito da parte delle associazioni.
C'è, poi, il richiamo al volontariato e al Servizio civile, così come lo sviluppo di politiche di integrazione e solidarietà tra generazione. Politiche che trovano attuazione nelle forme di Co-housing tra giovani ed anziani, nei condomini solidali e la promozione di attività socialmente utili per chi, non più tanto giovane, sente ancora di voler dare il suo contributo alla comunità attivamente. Tentativi di prevenire l'esclusione sociale, a cui si aggiungono le misure per i disabili. Anche in questo caso, ci sarà la riforma del dipartimento regionale dei Disabili, così come l'implementazione dei provvedimenti sul tema "Dopo di noi".
Se da un lato le riforme guardano ai più deboli, dall'altro mirano a voler "rigenerare la Sicilia" giocando sul fattore competitività. È proprio in questa chiave che Musumeci punta ad agire in tre direzioni- La riforma della Burocrazia, innanzitutto. Essa si rivolge agli uffici di Palermo - con una azione ad hoc sulla struttura amministrativa della Regione e delle partecipate e la costituzione dell'Authority sulla Trasparenza - sia fuori dal capoluogo. In questo caso, Musumeci punta ad un piena attuazione del decentramento.
Quindi, una spinta verso l'innovazione, con la semplificazione dell'amministrazione stessa - dalla digitalizzazione dei processi amministrativi alla "Salute digitale" - e con massicci investimenti che dovrebbero portare verso il completamento dell'Ultrabanda Larga.
Per finire verso una gestione mirata del territorio, dentro cui rientrano più punti del suo programma. C'è, infatti, la riforma del settore del Turismo che individui l'apporto di nuove tecnologie, disciplini il rapporto interdipendente tra pubblico e privato nel processo di risanamento edilizio e valorizzi i borghi antichi. C'è l'attenzione verso la sostenibilità e la prevenzione dei rischi sul territorio. Che verranno attuate con una nuova riforma urbanistica, la riorganizzazione della Protezione Civile, l'introduzione di un nuovo governo delle Acque, il nuovo ciclo dei rifiuti e la tutela della biodiversità. C'è, quindi, lo sviluppo economico dell'industria e delle aree rurali. In tal senso, Musumeci parla dell'energia quale fattore di produzione, dell'introduzione di una fiscalità di vantaggio per chi assume ed una riforma di accesso al credito. A cui si aggiunge la valorizzazione dei prodotti e innovativi e locali, insieme a forme di aiuto regionali alle imprese agricole.
Infine, la questione trasporti. Musumeci dice sì al Ponte sullo Stretto e al completamento del Corridoio Scandinavia-Mediterraneo. Ma accanto alle grandi opere c'è la riforma della governance nel settore, che include una task force su quanto c'è di incompiuto e il potenziamento di porti ed aeroporti siciliani. Per chiudere, anche la mobilità avrà la sua parte: Musumeci intende, infatti, concentrare tutto ciò che è di proprietà della Regione in una unica holding trasportisica regionale.
La tutela delle fasce deboli investe sostanzialmente tre ambiti del suo programma. Quello che fa capo al lavoro, innanzitutto, dove Musumeci conta di rivoluzionare il settore agendo soprattutto sulla formazione lavorativa. Per questo, ha annunciato l'introduzione di un Testo Unico di Istruzione, formazione e inserimento lavorativo, a cui si aggiunge la riforma dei Centri per l'Impiego, il programma straordinario per l'occupazione e una misura ad hoc per i precari della Pubblica amministrazione.
C'è, poi, la questione salute. Anche qui, Musumeci intende rigenerare la Sicilia con cambiamenti radicali rispetto al passato più recente. Propone, infatti, una revisione dell'attuale Rete ospedaliera regionale, premiando le eccellenze e colpendo le disfunzioni. Quindi, una svolta verso l'innovazione con la digitalizzazione delle cartelle sanitarie. Senza tralasciare il sostegno alle fasce più deboli: in tal senso, Musumeci intende garantire l'assistenza odontoiatrica ai soggetti più poveri, e implementare la rete con i privati e i volontari per far crescere la sanità dell'isola.
| Il frontespizio del programma di Nello Musmeci. Tratto dal sito elettorale del candidato. |
C'è, poi, il richiamo al volontariato e al Servizio civile, così come lo sviluppo di politiche di integrazione e solidarietà tra generazione. Politiche che trovano attuazione nelle forme di Co-housing tra giovani ed anziani, nei condomini solidali e la promozione di attività socialmente utili per chi, non più tanto giovane, sente ancora di voler dare il suo contributo alla comunità attivamente. Tentativi di prevenire l'esclusione sociale, a cui si aggiungono le misure per i disabili. Anche in questo caso, ci sarà la riforma del dipartimento regionale dei Disabili, così come l'implementazione dei provvedimenti sul tema "Dopo di noi".
Se da un lato le riforme guardano ai più deboli, dall'altro mirano a voler "rigenerare la Sicilia" giocando sul fattore competitività. È proprio in questa chiave che Musumeci punta ad agire in tre direzioni- La riforma della Burocrazia, innanzitutto. Essa si rivolge agli uffici di Palermo - con una azione ad hoc sulla struttura amministrativa della Regione e delle partecipate e la costituzione dell'Authority sulla Trasparenza - sia fuori dal capoluogo. In questo caso, Musumeci punta ad un piena attuazione del decentramento.
Quindi, una spinta verso l'innovazione, con la semplificazione dell'amministrazione stessa - dalla digitalizzazione dei processi amministrativi alla "Salute digitale" - e con massicci investimenti che dovrebbero portare verso il completamento dell'Ultrabanda Larga.
Per finire verso una gestione mirata del territorio, dentro cui rientrano più punti del suo programma. C'è, infatti, la riforma del settore del Turismo che individui l'apporto di nuove tecnologie, disciplini il rapporto interdipendente tra pubblico e privato nel processo di risanamento edilizio e valorizzi i borghi antichi. C'è l'attenzione verso la sostenibilità e la prevenzione dei rischi sul territorio. Che verranno attuate con una nuova riforma urbanistica, la riorganizzazione della Protezione Civile, l'introduzione di un nuovo governo delle Acque, il nuovo ciclo dei rifiuti e la tutela della biodiversità. C'è, quindi, lo sviluppo economico dell'industria e delle aree rurali. In tal senso, Musumeci parla dell'energia quale fattore di produzione, dell'introduzione di una fiscalità di vantaggio per chi assume ed una riforma di accesso al credito. A cui si aggiunge la valorizzazione dei prodotti e innovativi e locali, insieme a forme di aiuto regionali alle imprese agricole.
Infine, la questione trasporti. Musumeci dice sì al Ponte sullo Stretto e al completamento del Corridoio Scandinavia-Mediterraneo. Ma accanto alle grandi opere c'è la riforma della governance nel settore, che include una task force su quanto c'è di incompiuto e il potenziamento di porti ed aeroporti siciliani. Per chiudere, anche la mobilità avrà la sua parte: Musumeci intende, infatti, concentrare tutto ciò che è di proprietà della Regione in una unica holding trasportisica regionale.



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