Ballottaggio elezioni comunali 2018: il voto ai candidati sindaco



Come abbiamo già fatto per il primo turno, anche per i ballottaggi delle elezioni amministrative, cominciamo l’analisi dal voto alle coalizioni dei candidati sindaco, che si sono sfidati nei 75 comuni e nel Municipio Roma III.  Nella tabella che segue, troviamo i risultati:

Voti ai candidati sindaco delle liste/coalizioni al ballottaggio
Liste/Coalizioni Voti %
Forza Italia ed alleati 484 937  39,89%
Partito Democratico e alleati   384 406 31,62%
Altri di Centro-destra   104 327 8,58%
Movimento Cinque Stelle 86 824 7,14%
Altri di Centro-sinistra 47 570 3,91%
Altri di Centro 10 877 0,89%
Coalizioni trasversali 4 214 0,35%
Altri 92 504 7,61%
Totale 1 215 659

Come già accaduto al primo turno, anche per il ballottaggio, la coalizione più votata risulta essere quella del centrodestra. Forza Italia ed alleati non raggiungono per un soffio il 40% dei voti validi, facendo un balzo notevole rispetto alla prima votazione: guadagna il 7,14% dei consensi. Secondo arriva il centrosinistra a trazione Partito Democratico, indietro di circa 100mila voti. I progressisti si fermano al 31,62%, pur facendo registrare una leggera crescita rispetto al primo turno: passa dal 29,20% al 31,62%. Ossia il 2,42% in più. 

Bene anche i candidati alternativi di centrodestra, che godono soprattutto dell’effetto traino dei ballottaggi in alcuni capoluoghi. Messina ed Imperia, in testa. Più, in generale, gli aspiranti primi cittadini di quest’area politica si aggirano intorno all’8,58% dei voti validi. 

In calo, invece, sia il Movimento Cinque Stelle, sia le liste civiche, sia i candidati alternativi di centrosinistra. I primi ed i secondi calano di circa quattro punti, passando da poco più dell’11% al 7%. I terzi, invece, hanno un calo più contenuto: dal 5,41% al 3,91%. Si confermano, infine, ancora più sfumate le posizioni di candidati sindaco centristi (0,89%) e di coalizioni trasversali (0,35%). 

Passiamo ad un’analisi maggiormente dettagliata. Vediamo il voto di coalizione sia per marcoaree sia per regioni. Divideremo l’Italia in quattro parti: Nord (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna); Centro (Toscana, Marche, Umbria e Lazio); Sud (Abruzzo, Campania e Puglia); Isole (Sicilia e Sardegna).


Macro-area Aree politiche
Altri
sinistra
Centro
sinistra
M5S Centro Centro
destra
Altri
destra
Altri Trasv.
Italia Settentrionale N.D. 39,64 7,30 N.D. 36,92 9,08 5,18 1,95
Italia Centrale 0,96 34,96 6,63 N.D. 48,33 0,91 8,21 N.D.
Italia Meridionale 7,24 36,73 3,92 3,12 32,59 4,33 12,08 N.D.
Isole 8,20 9,34 13,02 N.D. 38,02 29,69 1,72 N.D.

Regione Aree politiche
Altri
sinistra
Centro
sinistra
M5S Centro Centro
destra
Altri
destra
Altri Trasv.
Piemonte N.D. 24,87 N.D. N.D. 55,41 19,72 N.D. N.D.
Lombardia N.D. 46,31 N.D. N.D. 51,19 N.D. 2,50 N.D.
Veneto N.D. 38,98 N.D. N.D. 17,23 31,45 21,32 10,17
Liguria N.D. 17,23 N.D. N.D. 51,32 31,45 N.D. N.D.
Emilia-Romagna N.D. 45,85 43,72 N.D. 10,43 N.D. N.D. N.D.
Toscana 3,22 45,12 N.D. N.D. 51,66 N.D. N.D. N.D.
Marche N.D. 58,18 N.D. N.D. 41,82 N.D. N.D. N.D.
Umbria N.D. 16,31 23,21 N.D. 60,10 N.D. N.D. N.D.
Lazio N.D. 27,31 7,34 N.D. 43,74 2,16 19,44 N.D.
Abruzzo N.D. 51,34 N.D. N.D. 48,66 N.D. N.D. N.D.
Campania 7,64 26,82 8,95 7,11 28,18 6,49 14,82 N.D.
Puglia 8,15 43,25 N.D. N.D. 33,79 3,10 11,71 N.D.
Sicilia 9,02 7,46 11,41 N.D. 37,36 32,58 1,97 N.D.
Sardegna N.D. 28,18 27,16 N.D. 44,66 N.D. N.D. N.D.

Rispetto al primo turno, sono occorsi alcuni cambiamenti. A partire dal consenso per macro area. Come mostra la tabella, infatti, il centrosinistra risulta essere maggioritario al Nord – esattamente come il 10 giugno – e nel sud Italia. Al contrario il centrodestra prevale al Centro e nelle Isole. In quest’ultima zona, si nota anche un alto consenso ai candidati alternativi di centrodestra: a pesare, in questa circostanza è il ballottaggio di Messina

Non a caso, i candidati alternativi di centrodestra arrivano proprio alle spalle degli aspiranti primi cittadini del centrodestra ufficiale in Sicilia e lo stesso fanno in Liguria, dove si giocava il derby Scajola-Lanteri di Imperia, ed in Veneto. Qui, basta partecipare al ballottaggio di San Donà di Piave per scalzare il centrodestra, che giunge quarto alle spalle anche delle liste civiche. 

Proprio il voto delle tradizionali roccaforti azzurro-verdi e rosse contro la coalizione tradizionalmente egemone è una delle caratteristiche inedite di questo ballottaggio. L’Umbria, infatti, volta anche al secondo turno le spalle al centrosinistra. Che, nella prima, addirittura giunge anche alle spalle del Movimento Cinque Stelle, chiudendo al 16,69%. In realtà, c’è da dire, che in questo dato pesa molto il ballottaggio di Terni, città decisamente più popolata di Spoleto ed Umbertide. Anche la Toscana si affida al centrodestra, anche se in maniera meno netta: qui, infatti, finisce 51,66% contro 45,12%. Più in generale, colpiscono alcuni risultati regionali. In Umbria, infatti, il centrodestra raggiunge quota 60,10% contro il 16,69% del centrosinistra. Che arriva addirittura dietro al Movimento Cinque Stelle, forte della partecipazione nel ballottaggio della popolosa Terni. Anche la Toscana, per la prima volta, sceglie il centrodestra: i candidati d’area raggiungono quota 51,66% contro il 45,12% del centrosinistra.

Fallisce, invece, la scalata del Movimento Cinque Stelle in Emilia-Romagna: la vittoria ad Imola frutta sì ai pentastellati un ottimo 43,72%, ma il centrosinistra continua ad essere maggioritario col 45,85%. C’è da sottolineare, infatti, che democratici ed alleati partecipano anche nell’altro ballottaggio della regione: quello contro il centrodestra a Salsomaggiore Terme. Per nulla scalfito, invece, il consenso dei progressisti nelle Marche: si conferma il brillante risultato del primo turno, toccando quota 58,18%. La migliore performance di questa tornata, in cui fa sicuramente da traino l’ampia vittoria conseguita ad Ancona.

Il centrodestra mantiene la posizione nel Lazio, dove il centrosinistra è penalizzato dalla non partecipazione a ben quattro ballottaggi (tra cui quello del capoluogo Viterbo), ed in Piemonte, dove centra entrambi i secondi turni. Inoltre, prevale di misura in Campania (28,18% a 26,52%) e strappa il primato al centrosinistra in Liguria ed in Lombardia, dove sono decisivi i risultati di Sondrio e Cinisello Balsamo. Al contrario, la Puglia – dove il centrodestra resta pressoché a secco – e l’Abruzzo vanno verso il centrosinistra.

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