Per capire ulteriormente la portata del voto in questi ballottaggi, completiamo l’interpretazione dei dati elettorali con un bilancio dei 75 comuni al voto e nel Municipio Roma III.
Come mostra la figura, gli
equilibri non sono affatto dissimili da quelli che abbiamo già constatato con il
primo turno. Vince, infatti, il centrodestra che si aggiudica 26 ballottaggi
sui 76 in palio. Proprio come quindici giorni prima, si tratta di due comuni in
più rispetto al centrosinistra, che si ferma a quota 24. Incrementano il loro
bottino anche le liste civiche, che arrivano a quota 10 comuni: Adria, Aprilia,
Formia, Trentola Ducenta, Brusciano, Forio, Volla, Casamassima, Mola di Bari e
Francavilla Fontana.
Sono sei invece, i comuni che
scelgono il centrosinistra, ma non a trazione Partito Democratico. Tra essi
figura il capoluogo di Siracusa, a cui si aggiungono Orta di Atella, Conversano,
Acquaviva delle Fonti e Pescia. Da sottolineare che in questi ultimi due
comuni, il sindaco conquista il secondo mandato, ma in questa circostanza senza
l’apporto dei democratici.
Nella graduatoria arriva, poi, il Movimento Cinque Stelle, che si ferma a quota 5 comuni: abbiamo il capoluogo di provincia di Avellino, nonché i centri di Imola, Pomezia, Assemini ed Acireale. Quindi, seguono gli altri di centrodestra, che riescono ad imporre ben quattro bandierine: quella di San Giuseppe Vesuviano e quelle in ben tre capoluoghi di provincia. Parliamo di Ragusa, Messina ed Imperia.
Chiude questa ricognizione il
comune di Bussolengo, alle porte di Verona: qui la sindaca uscente, espressione
di liste civiche, viene sconfitta da un candidato trasversale, appoggiato da
esponenti del Partito Democratico e Forza Italia. Entrambi i partiti, tuttavia,
non hanno presentato il simbolo ufficiale, ma si sono affidati a liste civiche.
Passiamo, adesso, a vedere i flussi
numerici di comuni, che sono occorsi prima e dopo il ballottaggio. In tal senso
è particolarmente esplicativa la tabella che segue:
- Centro-sinistra: È la coalizione politica che perde maggiormente terreno. Prima dei ballottaggi governava 43 comuni e dopo ne ha tenuti solamente 24. Di questi, solo 12 sposano la continuità. Tra di questi troviamo il capoluogo di Ancona, quattro grossi centri come Campi Bisenzio, San Donà di Piave, Velletri e Fiumicino, la cittadina pugliese di Noci, Salsomaggiore Terme (guidato dall’attuale presidente della provincia di Parma, Filippo Fritelli), l’ex capoluogo di Iglesias e alcuni centri della cintura milanese e brianzola come Brugherio, Gorgonzola e Nova Milanese. Altri quattro comuni, poi, scelgono ancora il centrosinistra. Anche se si tratta di coalizioni in cui il Partito Democratico non figura. In particolare, si tratta di casi in cui le amministrazioni uscenti si sono spaccate, ma la rottura non ha giovato ai dem. Parliamo di Siracusa, Orta di Atella, Pescia ed Acquaviva delle Fonti. Sono pesanti le cessioni al centrodestra: sono 20 le città che passano agli azzurri. Tra queste troviamo alcuni storici fortini rossi: Massa, Pisa, Siena, Ivrea, Cinisello Balsamo, Umbertide e Sarzana. A cui si aggiungono altri capoluoghi come Viterbo, Terni e Sondrio, dove, però il centrodestra aveva già governato in precedenza. Quindi, due centri medio grandi come Castellammare di Stabia e Comiso, oltre a comuni di medio piccola entità come Bareggio, Carate Brianza, Seveso, Martellago, Anagni, Silvi, Qualiano e Partinico. Due centri – Imola e Avellino – vanno al Movimento Cinque Stelle, mentre Imperia passa a Claudio Scajola, che si è presentato con liste civiche al di fuori del centrodestra tradizionale. Quattro comuni, infine, passano alle liste civiche: Formia, Casamassima, Mola di Bari e Francavilla Fontana.
- Centro-destra: Decisamente più favorevole, la bilancia del centrodestra: dai 16 comuni che governava prima della tornata suppletiva, passa a quota 26. In quattro di questi (Orbassano, Pietrasanta, Falconara Marittima e San Nicandro Garganico) il centrodestra si riconferma. Otto comuni, invece, passano al centrosinistra: tra questi troviamo il capoluogo di Teramo, tree centri grossi della tornata come Altamura, Seregno e Torre del Greco, oltre a Santa Marinella, Oria, Adrano, e Pontecagnano Faiano. Anche Conversano sceglie il centrosinistra, ma quello di una coalizione che non comprende il Pd. Infine, in due casi – Adria e Trentola Ducenta – il cambio di amministrazione è a favore delle liste civiche.
- Movimento Cinque Stelle: Dai sei comuni governati prima della tornata si scende a cinque e le perdite ammontano a tre comuni. Ragusa, che va ad altri di centrodestra; il Municipio Roma III e Quarto che passano al centrosinistra. Due, invece, le riconferme: Assemini e Pomezia. Come già rilevato al primo turno, dunque, il Movimento Cinque Stelle gioca un ruolo subalterno ai due poli, conquistando una minima parte dei comuni chiamati alle urne. Interessante, in particolare è il caso di Ragusa. Per la prima volta nella loro breve storia, infatti, sono i pentastellati a subire un ribaltone.
- Liste civiche e altri: Anche per le liste civiche, i ballottaggi sono una tornata favorevole. Dai quattro comuni che amministravano prima della tornata, adesso passano a dieci. Con ben tre riconferme (Aprilia, Brusciano e Forio), ma Bussolengo che va ad una coalizione trasversale.
- Terze forze: Scompaiono le amministrazioni centriste con Bisceglie che va al centrosinistra è Volla ad una compagine civica. Tornata positiva, invece, per gli altri di centrodestra e di centrosinistra. I primi perdono 2 comuni ma ne conquistano 4. I secondi invece cedono 3 comuni ma ne prendono 6.



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