Il 2020 porta all'Italia nuovi cinque comuni. Come ogni anno, infatti, il primo giorno di gennaio è quello in cui diventano effettive quelle fusioni tra enti approvate tanto dai cittadini con referendum consultivo quanto dai Consigli regionali.
In tre casi - Novella, Borgo d'Anaunia e Ville di Fiemme - si tratta di una fusione vera e propria, nei restanti due si tratta di una incorporazione. Faedo entra così a far parte del comune di San Michele all'Adige, mentre Vendrogno diventerà frazione di Bellano non appena il Consiglio regionale della Lombardia emanerà la legge istitutiva.
Solo due le regioni coinvolte nei processi di fusione dei comuni: il Trentino-Alto Adige, dove se ne verificano ben quattro, e la Lombardia in cui avviene la restante.
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| Elaborazione dei dati di TuttItalia |
Sale, quindi, a 122 il numero di comuni istituiti per fusione in Italia dal 2014 ad oggi. Rispetto agli anni precedenti, tuttavia, decrementa il numero di enti che decidono di unirsi: nel 2020 si è registrato il numero più basso di fusioni dal 2014, con cinque nuovi comuni creati e tredici soppressioni.
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| Elaborazione dei dati di TuttItalia |
Il numero complessivo di comuni italiani scende ulteriormente, attestandosi a quota 7904 enti. Guida la classifica la Lombardia con 30 nuovi enti istituiti negli ultimi sei anni, seguita dal Trentino-Alto Adige ed il Piemonte.
Ancora oggi la Valle d'Aosta, l'Umbria, il Lazio, la Basilicata, il Molise, la Sicilia e la Sardegna fanno da fanalino di coda, senza enti nati da fusione. Dal computo è escluso l'Abruzzo, in cui sarà operativo a partire dal 1° gennaio 2022 il comune di Nuova Pescara, composto dalle attuali Montesilvano, Pescara e Spoltore.
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| Elaborazione dei dati di TuttItalia |
I comuni soppressi diventano, invece, 153. La palma d'oro, in questo caso va al Trentino-Alto Adige con 84 enti, seguiti da Lombardia (63) e Piemonte (40).
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| Elaborazione dei dati di TuttItalia |
È la Calabria a far registrare le fusioni più corpose: per ogni comune nato, ne vengono soppressi 3,5. Solo in Trentino-Alto Adige (2,89), Emilia-Romagna (2,53), Veneto (2,42) e Marche (2,41) si trovano dati simili. Ciò fa riflettere sulle diverse modalità in cui le fusioni continuano ad avvenire, nonostante il fenomeno sia in calo.





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