Elezioni regionali in Trentino-Alto Adige: come è andata nelle elezioni precedenti?




Il 21 ottobre 2018, gli abitanti del Trentino-Alto Adige andranno al voto per scegliere i rappresentanti del nuovo Consiglio regionale. Rispetto alle regioni a Statuto ordinario, le modalità di elezione sono differenti, perché il governatore non è scelto direttamente dai cittadini. Del sistema elettorale che disciplina le elezioni provinciali a Trento e Bolzano ne abbiamo parlato in maniera più approfondita in un altro post. Quello che ci interessa chiarire in questa sede è come la Regione ha votato nell'ultimo quinquennio. Per capirne tendenze e cercare di prevedere possibili risultati non attesi. 

Un quadro generale 

Partiamo da un quadro generale. E dal presupposto che le due province, pur coabitando in un'unica regione, costituiscono due universi tra loro molto differenti. Trento, italiana con minoranze ladine concentrate tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme. Bolzano, dove, gli italiani sono una minoranza che fanno da contraltare alla maggioranza sudtirolese di lingua tedesca. Questa distinzione è molto importante perché ha condizionato i comportamenti elettorali delle due province.

A Trento, infatti, il ruolo dei partiti regionali è molto più ridimensionato di quanto accade a Bolzano. In Trentino, non a caso, durante la prima Repubblica la Democrazia Cristiana era costantemente il primo partito. Fino agli anni Settanta, addirittura, conquistava - così come accadeva nelle altre province della cosiddetta "subcultura politica bianca"- più di un elettore su due. Durante la seconda Repubblica, invece, il consenso si lega di più alle coalizioni nazionali. Con il centro-destra che prevale in tre occasioni (1994, 2008, 2018) e il centro-sinistra che si aggiudica il primato nelle restanti quattro (1996, 2001, 2006 e 2013). Nelle tornate locali, però, sono i regionalisti alleati dei progressisti ad avere maggior voce in capitolo. Pensiamo ad esempio alla Civica Margherita (oggi Unione per il Trentino) che ha espresso il presidente della provincia dal 1998 al 2013. O al Partito Popolare Trentino Tirolese (poi diventato Partito Autonomista Trentino Tirolese) che guida la provincia dal 2013.

A Bolzano, invece, la Sudtiroler Volkspartei domina incontrastata tutt'oggi nella gran parte della provincia. Pur in costante calo, il partito popolare sudtirolese è riuscito ad aggregare attorno a sé più di un elettore altoatesino su due sino al 2008. Quando ha perso la maggioranza assoluta sia nella tornata nazionale sia in quella locale.
Gli interlocutori privilegiati sono i partiti di centro-sinistra. Nel capoluogo, infatti, la Svp governa in alleanza con il Pd dopo essere stata per lungo tempo partner dell'Ulivo. Nel collegio uninominale bolzanino, poi, la Stella Alpina ha quasi sempre rinunciato ad un candidato proprio per accasarsi con i Progressisti. Cosa che, invece, non avviene negli altri collegi della provincia, dove i popolari sudtirolesi di lingua tedesca scaldano il cuore di gran parte della popolazione.

Pur conservando la loro tipicità, scandita dalla presenza di partiti regionali - in una provincia onnipresenti e nell'altra più influenti nelle tornate locali - non si può fare a meno di notare come il Trentino-Alto Adige sia oggi un bacino di consensi per il centrosinistra italiano. Un bacino non meno capiente di quello che i progressisti hanno in alcune delle più grandi città del Paese e nelle regioni dell'Italia Centrale.

Per il quinquennio 2013-2018 verificheremo se questi equilibri si saranno più o meno preservati. E se, a Bolzano, ancora oggi la Sudtiroler Volkspartei riesce ad avere un ruolo così preminente nell'economia elettorale della provincia. Lo faremo considerando gli esiti dei tre appuntamenti con un profilo nazionale: le europee di maggio 2014, il referendum costituzionale del 2016 e le politiche del 2018.

Elezioni europee del 2014

Partiamo, quindi, a delineare il quadro del Trentino-Alto Adige dalle ultime elezioni europee. Ci sono alcune precisazioni necessarie da fare prima di leggere i dati. In primis, la Sudtiroler Volkspartei, in quanto lista espressione di una minoranza linguistica, ha potuto beneficiare di un collegamento con il Partito Democratico per eleggere i propri rappresentanti a Bruxelles. Nella lista della Stella Alpina hanno, poi, trovato posto anche esponenti del Partito Autonomista Trentino Tirolese, attivo soprattutto in provincia di Trento.

La Die Freieheitlichen, invece, si accasa con la Lega Nord di Matteo Salvini, in nome di una "Santa alleanza" fortemente euroscettica. I Verdi del Sudtirolo, invece, mantengono il loro sodalizio con la sinistra radicale, aderendo all'Altra Europa con Tsipras. Non partecipano alla tornata, invece, la gran parte dei partiti regionali trentini. Tra i più importanti ricordiamo l'Unione per il Trentino, Progetto Trentino e la Civica Trentina.

Nella tabella che segue sono riportati i risultati per ciascun partito nella regione Trentino-Alto Adige

Voti alle liste. Fonte: Ministero dell'Interno
Partito Voti %
Partito Democratico 129 982 29,95%
Südtiroler Volkspartei 118.138  28,77%
Movimento Cinque Stelle    50 783 12,37%
Forza Italia 31 288 7,62%
Lega Nord-Die Freiheitlichen  31 170 7,59%
L'Altra Europa con Tsipras 27 361 6,66%
Green Italia - Verdi Europei 10 935 2,66%
Fratelli d'Italia-AN 7 593 1,85%
Nuovo Centrodestra - UDC 6 904 1,68%
Scelta Europea 1 612 0,39%
Italia dei Valori 1 429 0,35%
Io Cambio - MAIE 481 0,12%
Totale 410 676 

Anche in Trentino-Alto Adige, il Partito Democratico si impone come primo partito. Lo fa, tuttavia, con una percentuale inferiore sia alla media nazionale (40,82%) sia a quella della Circoscrizione Nord-Est (43,53%): i dem, infatti, si fermano al 29,95%. Che, comunque, è già di per sé un risultato record se rapportato alle elezioni europee precedenti (17,6%) e alle politiche dell'anno prima (16,69%).
Il partito guidato all'epoca da Matteo Renzi, infatti, ha comunque sofferto della concorrenza della Sudtiroler Volkspartei. Che perde lo scettro di prima formazione regionale, ma si attesta allo stesso livello di consenso delle europee del 2009 (28,97%) e cresce di poco più di 4 punti rispetto alle politiche del 2013.
Queste elezioni, quindi, hanno segnato un duopolio tutto interno al centrosinistra. Con tutte le altre formazioni che fanno da spettatrici, relegate al ruolo di terza forza.

Scelta Civica, in particolare, è il partito che lascia più voti sul campo: passa in meno di un anno dal 13,12% ad un magro 0,39%. I montiani sono seguiti dai tre partiti del fu Popolo della Libertà (Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Fratelli d'Italia) che, complessivamente raggiungono quota 11,15%, lasciando sul campo 8 punti rispetto alle precedenti europee. Magra consolazione, guadagnano un po' di consenso rispetto alle politiche, quando raccolsero il 10,91%.

Non va bene, nemmeno alla Lega Nord e all'Italia dei Valori, che fecero il boom nel 2009. Il Carroccio arretra rispetto a cinque anni prima (quando raccolse il 9,85%) e non riesce a capitalizzare l'alleanza con la Die Freihieitlichen. Nel 2013, infatti, i due partiti insieme valevano circa il 12% dei voti validi contro il 7,95% delle europee. Gli ex dipietristi, invece, lasciano sul campo circa 6 punti da una elezione all'altra.

Calo di circa due punti del Movimento Cinque Stelle, mentre la Lista Tsipras ne perde 4 rispetto alle europee del 2009, quando la sinistra radicale estesa ai Verdi del Sudtirolo valeva poco più del 10%.  Magra consolazione, vi è stata una crescita di poco più di un punto rispetto alle politiche dell'anno precedente.

Come abbiamo visto, i veri protagonisti delle europee in Trentino-Alto Adige sono stati il Partito Democratico e la Sudtiroler Volkspartei. Partiti alleati a livello locale, che si attestano su livelli di consenso molto vicini tra loro. Si tratta di un risultato omogeneo sul territorio regionale o, come già avvenuto in passato, il comportamento elettorale eterogeneo delle due province ha avuto effetti sul voto? Per scoprirlo vediamo come è andata nelle due province.

Provincia Principali liste
AET PD M5S NCD
UDC
FI FDI LN SVP
Bolzano 9,92 15,67 8,81 0,90 4,71 1,37 5,99 48,02
Trento 3,83 42,36 15,46 2,36 10,15 2,26 8,98 12,02

Come mostra la tabella, il Trentino si dimostra essere ancora una volta fortemente eterogenea. Con la Sudtiroler Volkspartei che stacca tutti a Bolzano e il Partito Democratico che ottiene un risultato di gran lunga superiore alla media in quel di Trento (12,41 punti in più).

L'infografica che segue, dà un ulteriore riscontro di quanto abbiamo detto fino a qui: guardando il primo partito per comune in Alto Adige si vede una Stella Alpina mantenere il già solido consenso per tutta la provincia autonoma.




Il partito, infatti, si aggiudica la maggioranza in 113 dei 116 comuni della provincia autonoma. Nei restanti tre - il capoluogo Bolzano, Bronzolo e Laives - il più votato è stato il Partito Democratico. Il consenso della Svp in Alto Adige resta, poi, ancora ampiamente largo e consistente dappertutto, nonostante anche questa volta l'asticella sia rimasta sotto il 50%.


Come mostra la seconda infografica, infatti, sono solo 14 i comuni in cui la Stella Alpina non totalizza più del 50% dei voti. Si tratta essenzialmente dei principali centri della provincia come Bolzano, Merano, Laives e Bressanone. A cui si aggiungono i paesi della Bassa Val d'Adige come Egna, Ora, Salorno, Vadena, Bronzolo; i comuni di Postal e Gargazzone nel Burgraviato; Vipiteno e Fortezza per l'Alta Valle Isarco; e Ortisei per la Val Gardena.

Passando a Trento, poi, vediamo che a farla da padrone è il Partito Democratico. La cui lista risulta essere la più votata in 159 dei 176 comuni che costituiscono la provincia autonoma.


Al di là del paesino di Bolcenago, nel quale il primato va a Forza Italia, gli altri sedici enti che non scelgono i dem vanno verso la SVP, che conteneva al suo interno anche candidati del Partito Autonomista Trentino Tirolese. Il fatto non è casuale: ciò avviene proprio in quelle comunità, come le Valli di Fassa, Cembra e Fiemme, nella quale sono concentrate le isole linguistiche ladine.

Referendum costituzionale del 2016

Dopo il successo elettorale delle elezioni europee, il Partito Democratico e gli alleati autonomisti si presentavano al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 come promotori della riforma. Sia la Svp, sia l'Unione per il Trentino, sia il Partito Autonomista Trentino Tirolese, infatti, avevano votato a favore della Renzi-Boschi, sostenendo la campagna del "Sì". A cui avevano aderito anche la neonata Alternativa Popolare e i partiti che formarono il cartello di Scelta Europea.

Al contrario, i Grune, così come la sinistra radicale italiana, i partiti della destra regionalista, del centrodestra italiano e il Movimento Cinque Stelle si erano schierati per il "No". Abbiamo visto che alle europee, nel complesso, in Trentino, la tornata si era risolta come un duopolio tra Pd e Svp. A distanza di quasi tre anni, in cui le due forze, sono state al governo regionale e non solo come cambiano le cose? Vediamolo.
La tabella che riportiamo sotto, riassume i risultati complessivi nella regione:

Referendum Costituzionale del 2016
Risultati complessivi
Elettori
792 504
Votanti
572 48672,24%
  305 322
53,87%
261 473
46,13%
No

In controtendenza con il resto d'Italia, in Trentino-Alto Adige prevale il Sì. Si tratta di una delle tre regioni - le altre due sono l'Emilia-Romagna e la Toscana - in cui i favorevoli alla Riforma hanno avuto la meglio. Anche se in netto calo rispetto alle elezioni europee. I partiti sostenitori della Renzi-Boschi avevano, infatti, lasciano circa 10 punti per strada, passando da poco più del 64% (con Pd e Svp che avevano veicolato più del 58% degli votanti) a poco meno del 54%. 

Abbiamo poc'anzi affermato che i partiti locali hanno un ruolo più o meno preponderante nel contesto delle due province autonome. E che le principali liste autonomiste per numero di voti avevano sposato la riforma dell'allora governo Renzi. La vittoria del Sì è stata, dunque, frutto di un consenso omogeneo in tutta la regione? Cerchiamo di rispondere guardando i risultati ottenuti nelle singole due province.

Provincia Affluenza Opzione
No
Bolzano 67,41 63,69 36,31
Trento 76,82 45,70 54,30

La tabella sopra riportata smentisce in pieno questa ipotesi. Al di là dell'affluenza, più alta di dieci punti a Trento, ad avere un effetto traino sull'esito del referendum è la provincia autonoma di Bolzano, dove il Sì prevale ampiamente sul No. Al contrario, a Trento, dove la forbice tra le due opzioni è più ristretta, prevale il No.



L'infografica sopra riportata vede il "No" prevalere in 126 comuni della provincia di Trento contro i 51 che hanno sposato le tesi del "Sì" e uno - Bresimo - nel quale lo scontro si è concluso in parità. I sostenitori della riforma, in particolare, si concentrano di più nella parte occidentale della provincia, nei territori della Val di Non, della Val d'Adige e della Val di Sole. 

Al contrario, chi si è opposto, lo ha fatto in maniera maggiore nella parte orientale e nei grandi centri come Arco, Rovereto, Riva del Garda e Pergine Valsugana. Le bocciature più sonore che si concentrano nella Vallagarina, nella Valsugana, nel Primiero e nelle Valli di Fiemme e Fassa, dove vive la minoranza ladina. 



L'infografica che riporta i risultati per comune della provincia di Bolzano, dimostra, al contrario, un radicamento territoriale molto significativo del Sì. Che non prevale solamente in cinque comuni sui 116 totali: Bolzano, Bronzolo, Corvara in Badia, Laives e Vadena.
Non si può non osservare,come sul voto abbia influito anche l'appartenenza alla comunità linguistica: il Sì prevale in gran misura tra i germanofoni, mentre il No dove si concentrano in maggioranza gli italiani. Tra i ladini, infine, vince il Sì, ma con più resistenze.

Tutto ciò ci permette di arrivare ad una specifica conclusione: che il sostegno alla riforma abbia intaccato il Pd quanto i partiti autonomisti del Trentino, ma non la Svp. Che riesce a mobilitare e portare il Sì a trionfare nella provincia altoatesina.

Elezioni politiche del 2018

Alle elezioni politiche del 2018, dunque, si è arrivati con questo tipo di premesse e con la riconferma dell'alleanza tra Partito Democratico e i gli alleati autonomisti. L'Unione per il Trentino, in particolare, aderì a Civica Popolare, mentre la Sudtiroler Volkspartei e il Partito Autonomista Trentino Tirolese decisero di associarsi sulla scorta di quanto accaduto alle europee. Questa lista, comunque, corse in autonomia nei due collegi altoatesini di Merano e Bressanone. 

Si presentarono al di fuori del centro-sinistra, rompendo con la Federazione dei Verdi, i Grune (ossia i Verdi del Sudtirolo), che scelsero di allearsi con Liberi e Uguali a sostegno di Pietro Grasso. Non si sono presentati, invece, i tre partiti della destra regionalista altoatesina.

Per effetto della nuova legge elettorale, il Trentino-Alto Adige è stato suddiviso in un unico collegio plurinominale, in cui erano ricompresi ben sei collegi uninominali. La tabella che segue sotto riporta i risultati nel collegio plurinominale Trentino-Alto Adige 01.

Voti alle liste nel Collegio Plurinominale Trentino-Alto Adige 01Fonte: Ministero dell'Interno
Partito Voti % Seggi
Südtiroler Volkspartei-PATT  134 651 24,17 2
Partito Democratico 81 671 14,66 -
+Europa 14 162 2,54 -
Civica Popolare 7 473 1,34 -
Insieme 3 577 0,64 -
Coalizione 241 534  43,36 2+3
Lega 106 982 19,20 2
Forza Italia 38 938 6,99 -
Fratelli d'Italia 14 660 2,63 -
Noi con l'Italia-UDC 2 705 0,49 -
Coalizione 163 285  29,31  2+3
Movimento Cinque Stelle 108 686 19,51 1
Liberi e Uguali 21 805 3,91 -
CasaPound Italia 8 060 1,45 -
Potere al Popolo! 5 704 1,02 -
Il Popolo della Famiglia 4 897 0,88 -
Partito Valore Umano 3 123 0,56 -
Totale 557 094  11

Come dimostrano i risultati complessivi del collegio, che coincide con l'intera regione, il centrosinistra ha retto ancora una volta nonostante la debacle a livello nazionale: ai progressisti va il 43,36% dei consensi contro il 29,31% del centrodestra. La Sudtiroler Volkspartei, in alleanza con il Partito Autonomista Trentino Tirolese, torna ad essere il primo partito, sebbene con percentuali inferiori rispetto alle europee del 2014, quando arrivò al 28% circa, e in linea con le precedenti elezioni politiche.

Al contrario, il Partito Democratico subisce un crollo: lieve se rapportato alle politiche del 2013 (quando aveva raccolto circa il 16% dei consensi). Pesante se comparato alle europee del 2014: in questo caso perde 15 punti e da primo partito della regione precipita al quarto posto. 

Dietro al Movimento Cinque Stelle, che guadagna quattro punti dalle politiche del 2013 e ben sei dalle europee del 2014, e diventa la seconda formazione della regione. E dietro alla Lega, che fa registrare un vero e proprio balzo rispetto alle precedenti tornate: il Carroccio cresce di 15 punti rispetto alle politiche del 2013 e circa 11,5 punti in rapporto alle europee del 2014.

Non si registrano, invece, cambiamenti significativi nelle altre due formazioni del centrodestra. Fratelli d'Italia incrementa di poco il proprio bottino rispetto al 2014, mentre Forza Italia scende leggermente rispetto alle elezioni europee. Lo stesso accade alla sinistra radicale che, divisa su due liste (Liberi e Uguali e Potere al Popolo!) raccoglie più o meno gli stessi consensi ottenuti alle politiche e alle europee.

Il centrosinistra, quindi, riesce a mantenere il suo primato. Uno sguardo superficiale ai dati suggerisce che per la vittoria dei progressisti è stata determinante l'alleanza con la Sudtiroler Volkspartei. Il che fa, dunque, pensare che, ancora una volta, le due province abbiano votato differentemente. Osserviamo, quindi, i dati dei sei collegi uninominali:

Collegio uninominale Area del collegio Candidati
PD - +E - INS - CIVPOP FI - Lega - FDI - NCI-UDC M5S LeU SVP-PATT
Bolzano Bolzano - Cornedo all'Isarco - Comunità Oltradige-Bassa Atesina Maria Elena Boschi
(37 793 - 41,23)
Michaela Biancofiore
(22 914 - 25,00)
Filomena Nuzzo
(18 837 - 20,55)
Norbert Lantschner
(5 764 - 6,29)
con Centro-sinistra
Merano Burgraviato - Val Venosta - Val Passiria Giorgio Balzarini
(5 188 - 7,62)
Ambra Giovanazzi
(8 744 - 12,84)
Francesca Morrone
(7 215 - 10,66)
Vanda Carbone
(2 646 - 3,89)
Albrecht Plangger
(41 643 - 61,17
Bressanone Salto-Sciliar (tranne Cornedo all'Isarco) - Valle Isarco - Val Pusteria - Val Gardena Mario Cappelletti
(5 770 - 6,86)
Cristina Barchetti
(9 191 - 10,93)
Verena Weinert
(7 949 - 9,45)
Markus Frei
(4 061 - 4,83)
Renate Gebhart
(54 665 - 64,98
Trento Trento - Val di Sole - Val di Non - Valle dell'Adige Mariachiara Franzoia
(45 907 - 33,94)
Giulia Zanotelli
(50 559 - 37,38)
Carmen Martini
(29 991 - 22,17)
Renata Attolini
(4 386 - 3,24)
con Centro-sinistra
Rovereto Alto Garda e Ledro - Valli Giudicarie - Vallagarina Michele Nicoletti
(31 183 - 29,58)
Vanessa Cattoi
(39 544 - 37,51)
Matteo Perini
(28 020 - 26,58)
Ezio Viglietti
(3 019 - 2,86)
con Centro-sinistra
Pergine Valsugana Valsugana - Tesino - Val di Fassa - Val di Fiemme - Primiero Lorenzo Dellai
(19 385 - 26,72)
Maurizio Fugatti
(32 333 - 44,56)
Riccardo Fraccaro
(16 674 - 22,98)
Antonella Valer
(1 929 - 2,66)
con Centro-sinistra

Il riepilogo dei vincitori nei sei collegi uninominali conferma che questa impressione si rivela corretta. La Svp-Patt vince in solitaria i due collegi di Merano e Bressanone, consentendo all'ex ministro e sottosegretario Maria Elena Boschi di imporsi su Michaela Biancofiore in quello di Bolzano.

Al contrario, nei tre collegi della provincia di Trento, il centrosinistra autonomista esce con le ossa rotte. La Lega, infatti, riesce ad eleggere tutti e tre i suoi candidati.

Conclusioni

Passate in rassegna le tre tornate elettorali, cosa concludere, quindi? Innanzitutto che il Trentino-Alto Adige mantiene il suo status di "regione Rossa", acquisito durante la Seconda Repubblica. Il Partito Democratico e gli alleati autonomisti si aggiudicano, infatti, sia le elezioni europee sia le elezioni politiche, riuscendo a far prevalere il "Sì" - uno dei pochi casi in Italia - al Referendum Costituzionale.

La diversità etnica e politica tra le due province autonome, in particolare, ha condizionato notevolmente i comportamenti di voto all'interno della Regione. La maggioranza linguistica tedesca dell'Alto Adige, infatti, continua a trovare nella coalizione di centrosinistra alleata della Sudtiroler Volkspartei il proprio referente. Soprattutto al referendum costituzionale, dove il Sì sfonda nei comuni a maggioranza tedesca, e alle elezioni politiche, dove due collegi su tre finiscono in mano agli autonomisti e il restante al centrosinistra allargato. Se escludiamo le elezioni europee, quindi, è possibile affermare che è proprio il partito popolare sudtirolese a trainare ogni volta la coalizione verso la vittoria. Tanto più che il Partito Democratico alle ultime elezioni è giunto quarto alle spalle di Movimento Cinque Stelle e Lega.

A Bolzano, quindi, è prevedibile pensare che queste elezioni non comporteranno variazioni significative per la Sudtiroler Volkspartei. Mentre delle sorprese potrebbero arrivare sui gruppi italiani.

Nella provincia di Trento, invece, il sodalizio tra gli autonomisti e il centrosinistra non ha portato sempre ai risultati sperati. Si nota, infatti, come sia al referendum costituzionale sia alle elezioni politiche, l'opzione e i candidati da loro indicati vengano inesorabilmente bocciati. Sono, in particolare, le comunità di valle orientali e con minoranze linguistiche a scostarsi di più dalla coalizione che attualmente governa la regione, mentre ciò avviene in maniera minore nella zona intorno a Trento.

Per il Trentino, invece, lo scenario è sicuramente più aperto e, complici le divisioni interne al centrosinistra, non è da escludere il colpaccio del centrodestra.




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